Il
9 Ottobre 1967, era domenica e nella scuola del villaggio de la
Higuera, su preciso ordine del 36° presidente degli Usa, il democratico
Lindon Baines Johnson, fu ucciso dai militari anti-guerriglia boliviani,
Ernesto Guevara.
Avevo
15 anni, nelle piazze italiane si svolgevano imponenti contestazioni
contro la guerra del Vietnam. Gli studenti e lavoratori scioperavano a
fianco a fianco per migliorare la vita nelle scuole e nelle fabbriche.
Era
un autunno “caldo” e quando appresi la triste notizia, capii
immediatamente che con la morte del Che moriva anche un po’ la speranza
di realizzare un mondo più giusto e solidale.
Hanno
eliminato il suo corpo, non certo il suo pensiero. Giorno dopo giorno,
le sue idee e le sue azioni, hanno toccato il cuore di tanti giovani,
desiderosi di riscattare i popoli oppressi, i poveri e gli umili,
Sono
passati 40 anni da quel giorno e quella ragazzina è diventata quasi una
vecchietta che continua ad essere spronata dal pensiero di Ernesto e
cerca con tenacia l’ispirazione alla lotta, contro le ingiustizie
sociali, sempre più attuali in questo mondo globalizzato e
disumanizzato. Con i suoi occhietti vispi scruta fra le nuove
generazioni, sperando che:
…..da qualche parte un giorno,
dove non si saprà.
dove non l’aspettate
Il “Che” ritornerà….. (Guccini)
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