giovedì 27 gennaio 2022

Cara Liana non ti dimenticherò mai!


Eri solita iniziare la tua testimonianza nelle scuole  con queste parole:
Sono il numero A 5384 di Auschwitz-Birkenau. Dico sono e non sono stata. Io sono ancora perché il tempo dei Lager si prolunga in una parabola che i programmatori nazisti non avrebbero mai potuto immaginare. Come tempo massimo della vita nei loro "Arbeit Stuche (pezzi da lavoro) avevano stabilito nove mesi. Il periodo di cui ha bisogno la natura per creare un nuovo individuo era stato programmato dagli esperti dei Lager anche come quello necessario (al massimo) per distruggerlo. Il Lager vive ancora dentro di me.

Carissima Liana la tua amicizia è stata un dono e non ti dimenticherò mai!



lunedì 17 gennaio 2022

Dedicato a Giangiacomo Feltrinelli


A Genova, la prima libreria Feltrinelli era ubicata in Piazza della Nunziata.
 I commessi ti accoglievano sempre con un sorriso, l'atmosfera che aleggiava era piacevole, ma ciò che per me era incredibile, consisteva nella possibilità di toccare e spulciare i libri. Vi parlo degli anni 66/67, frequentavo l'istituto di ragioneria, che era vicino alla Feltrinelli. I libri avevano un costo elevato, non potevo permettermi di acquistarli, così escogitai un sistema. Tutti i giorni, entravo nella libreria, prendevo un libro che mi interessava, leggevo qualche capitolo, mi appuntavo su di un foglio il numero della pagina e il giorno dopo riprendevo la lettura. Giangiacomo Feltrinelli che era un attento editore, decise di pubblicare le edizioni economiche per permettere alla massa di accedere alla cultura. In quella libreria che oggi non esiste più, ho lasciato i miei primi risparmi. Oggi, ogni volta che mi soffermo ad osservare quei vecchi e ingialliti libri, riposti in una  libreria, non posso fare ameno di pensare a Giangiacomo con gratitudine. 

Il suo pensiero ho cercato di metterlo in pratica. 

"Cambiare il mondo con i libri, combattere le ingiustizie con i libri. I libri sono tutto, i libri sono la vita."


giovedì 13 gennaio 2022

Caterina Campodonico (La venditrice di noccioline)


Nel Cimitero Monumentale di Staglieno, che è un museo a cielo aperto, sono innumerevoli le tombe di personaggi illustri, ma la più visitata e amata non solo  dai Genovesi, è quella di Caterina Campodonico, conosciuta come "Cattainin! E' stata restaurata, ed oggi, appare in tutta la sua bellezza. Fu realizzata per suo volere quando era ancora viva, dallo scultore Lorenzo Orengo, nel 1881. La sua immortalità, fu pagata con sacrifici di una vita, vendendo ai Santuari, canestrelli e collane di nocciole (reste). E' stata la prima popolana a volere una tomba, accanto a quelle della potente borghesia genovese. Ha avuto una vita difficile, si separò da un marito violento e i nipoti,  durante una sua malattia si dimostrarono solo interessati al suo denaro. Guarita, si recò dallo scultore e decise di farsi scolpire la tomba.



                      Questi versi sono stati scritti da Gianbattista Vico poeta dialettale.

                                                     Traduzione

                     Vendendo collane e ciambelle ai santuari

                     dell'Acquasanta, al Garbo,  a San Cipriano

                              con vento e sole,  con acqua a catinelle,

                     per assicurare un pane alla mia vecchiaia:

                     tra i pochi soldi, mi ammucchiavo

                    quelli per tramandarmi nel tempo

                    mentre son viva, e vera portoriana; (abitante  di Portoria)

                                                            1881

                    Caterina Campodonico (la paesana)

                    Se questa mia memoria  vi piace,

                    Voi che passate pregatemi pace