venerdì 16 dicembre 2022
Come si cambia!
domenica 11 dicembre 2022
Crescere un figlio e poi accudire un nipote
Questo quadro è intitolato "Crescere un figlio" la vita di un genitore, secondo il pittore russo, Andrei Popov. In effetti quando nostra figlia decise di sposarsi, con lei volò via anche la colonna sonora della nostra vita.
Questa foto invece rappresenta la crescita di nostro nipote Pietro. Ogni tanto io e il nonno lo misuravamo e con lui gioivamo per la sua crescita. Il cartoncino è piegato e riposto in una capsula del tempo, assieme ai suoi giochi preferiti: cubetti, soldatini macchinine, un pinocchio di legno ecc. Lui non è a conoscenza dell' esistenza di questa scatola. Mia figlia, quando non ci saremo più, gliela consegnerà, così noi continueremo a vivere nei suoi ricordi.
mercoledì 7 dicembre 2022
Gunter Demnig
Questa pietra , ricorda il rabbino capo della Sinagoga di Genova, Riccardo Pacifici, arrestato e ucciso con tutta la sua famiglia ad Auschwitz.
venerdì 2 dicembre 2022
L'alba è ancora gratuita!
L'alba meravigliosa di questa mattina, mi ha rincuorato e davanti a questo spettacolo, che la natura mi ha regalato, mi sono commossa. Ho respirato profondamente, ho svuotato la mente, dimenticando per qualche istante le infinite incombenze quotidiane. L'energia che mi ha avvolta sono sicura che mi permetterà di affrontare con un sorriso, il nuovo giorno.
Grazie sole (ATON) di sorgere, brillare e addolcire la vita ad una vecchia signora.
sabato 26 novembre 2022
Il mio messaggio in bottiglia
Roberto Regnoli, medico ortopedico in pensione, durante le sue passeggiate sulle battigie del Molise, ha ritrovato 830 bottiglie, contenenti messaggi affidati al mare.
Chissà se avrà ritrovato anche il mio!
Messaggio
Ti porti, questa bottiglia, la melodia
del mare ligure.
I versi scarni dei suoi poeti
trasfigurati in questi consunti "ossi di seppia".
I trallalero dei marinai genovesi, con i loro volti
rugosi e bruciati dal sole.
Il mio marino pensiero racchiuso oggi
in questo scrigno segreto.
Come l'eterna marea, cancella l'effimera impronta,
anch'io sparirò presto da questi lidi.
Resti traccia almeno, in questo maestrale,
l'anelito di fratellanza universale,
per te, che ritroverai queste parole.
domenica 20 novembre 2022
Si scrive decrescita e si legge felicità.
Oggi le persone non si accontentano più di niente, sono sempre alla ricerca di nuove emozioni e l'insoddisfazione spesso diventa cronica. Negli anni 60 non avevano nulla ma la gioia, la speranza di un mondo migliore e la tranquillità ci rendeva felici.
Non avevamo il frigorifero ma "L'uomo del ghiaccio" arrivava con il motocarro pieno di blocchi e con il suo gancio in base alle nostre disponibilità, ce ne dava un pezzo. Correvamo a casa, lo ricoprivamo con una coperta per non farlo sgelare e sopra deponevano i cibi da conservare.
Non avevamo il riscaldamento ma la stufa economica intiepidiva la cucina, cuore della casa, mentre le altre stanze erano ghiacciate. Le borse dell'acqua calda, le lenzuola, i pigiami di flanella e le calze confezionate dalle nonne, ci riscaldavano nei nostri letti.
Non avevamo bagni e docce super accessoriati e la domenica scaldavamo pentoloni di acqua da versare in grandi conche di zinco, nelle quali ci lavavamo.
Non avevamo il forno ma ci recavamo con le nostre teglie, avvolte da tovagliette a quadri, dal fornaio, che terminato il suo lavoro, le introduceva nel forno ancora caldo.
Non avevamo la possibilità di ricomprare le calze prima di seta, poi di nailon, quindi quando si sfilavano, le portavamo dalla rimagliatrice, che con il suo apparecchietto riusciva a farle tornare quasi nuove.
Non avevamo a disposizione quotidianamente i vassoi pieni di paste, biscotti di tutte le fogge ma quando le mamme potevano, confezionavano splendide torte casalinghe.
Non tutti avevamo la televisione in casa, quindi ci recavamo al bar o ospiti di qualche vicino per guardare tutti insieme trasmissioni come: Il Musichiere o Lascia o raddoppia.
Potrei andare avanti all'infinito di ciò che non avevamo e allora perché oggi con tanto benessere siamo sempre tristi e in guerra? Forse abbiamo oltrepassato il limite.
Pensate anche a come ci si saluta oggi con un semplice ciao, i greci usavano Chaire (rallegrati) gli Ebrei usano Shalom (Pace).
Non avevamo niente, non usavamo antidepressivi, ma eravamo ricchi di amore per il nostro quartiere, per i vicini di casa, che consideravamo di famiglia e soprattutto si onorava la parola che oggi è in disuso: PARTECIPAZIONE
venerdì 18 novembre 2022
Tornare a sentire e a vivere.
Questa foto, mi è stata scattata poco prima di andare in pensione. Avevo 67 anni e sono ritratta al mio posto di combattimento. Quando mi capita di osservarla, m'invade la nostalgia, non per i miei viaggi da pendolare per raggiungere il posto di lavoro o per le normali discussioni tra colleghi, ma per l'empatia che avevo con i miei pazienti. Ho sempre cercato di usare la delicatezza per aiutarli ad accettare e a risolvere i loro problemi d'udito. Mi mancano le loro confidenze, i loro sorrisi smaglianti, quando grazie alla tecnologia degli apparecchi acustici, riacquistavano la possibilità di sentire e tornare a vivere. Si meravigliavano di poter riascoltare le voci dei propri cari, il rumore del vento, il suono delle campane, il canto degli uccelli, la loro voce e i propri passi. Mi manca l'incoraggiamento che davo ai miei piccoli pazienti, che spronavo a fare spallucce a chi metteva in rilievo il loro handicap ed essere forti per vivere una vita normale. Sono stati anni in cui il mio lavoro mi gratificava e mi rendeva felice.
giovedì 10 novembre 2022
A proposito di transazione ecologica...
VERGOGNA!
sabato 5 novembre 2022
domenica 30 ottobre 2022
DURI DA SCOMPARIRE
Il tempo è scaduto e se ogni abitante del globo non capirà che abbiamo ancora una piccola possibilità, cambiando i nostri comportamenti...sarà la FINE.
mercoledì 26 ottobre 2022
Le classi differenziali e il nuovo merito.
Era il 31 dicembre 1962 e l'articolo 12stabiliva che “potevano essere istituite classi differenziali, per gli alunni disadattati scolastici”: con calendario speciale, appositi programmi e orari d' insegnamento. All' improvviso alcuni miei compagni, furono trasferiti insieme ad altri ragazzi, in una classe denominata "sezione H". Chiesi delucidazioni agli insegnanti, che purtroppo non risposero. Giunta a casa, mi spiegarono cosa era successo quella mattina e il perché. Io continuavo a non capire, quei compagni non erano disadattati ma solo più vivaci, figli di un tempo caratterizzato da cambiamenti e frenesia giovanile. Nell'ora di ricreazione andavo a consumare la mia merenda in quella classe. Un giorno, mi vide un professore e in modo burbero mi disse, che non dovevo frequentare quella sezione. Con fermezza ,risposi che in quell'aula non c'erano solo i miei compagni ma i miei amici. Lui mi guardò indispettito e se ne andò.. Quel giorno vidi il vero volto della vita.
domenica 23 ottobre 2022
Rissêu ( termine genovese = ciottolo)
venerdì 14 ottobre 2022
Vincent, ho bisogno della tua tenerezza
lunedì 10 ottobre 2022
L'aurora dalle dita rosate.
Avevo letto di questo fenomeno nell'Iliade e nell'Odissea, denominato da Omero: "L'aurora dalle dita rosate". Questa mattina mi sono alzata come sempre molto presto, metto la caffettiera sul fuoco, apro la tapparella, mi reco sul poggiolo per respirare l'aria pulita ed è ecco apparirmi questa meraviglia. La dea Aurora appare all'alba, attraverso il cielo, annunciando l'arrivo del nuovo giorno. Nella mia lunga vita non mi era mai capitato di vederla così bene. Ho provato una grande emozione, sono corsa a prendere il telefonino ed ho scattato la foto, consapevole di fare in fretta, perché tutto sarebbe svanito in pochi attimi. Mi piace pensare che la mia emozione sia identica a quella provata da Omero nell' VIII secolo a.C. e che la natura abbia voluto colorare di rosa questo momento nero della mia esistenza!
mercoledì 5 ottobre 2022
Crêuza de mä
La locuzione ligure crêuza de mä, definisce uno stretto viottolo o mulattiera, talvolta fatto a scalinata, che collega le alture di Genova con il mare. La traduzione letterale è quindi “viottolo di mare.” Le foto che ho postato rappresentano alcune delle innumerevoli crêuze, presenti in tutto il territorio. Sono formate da un lastricato centrale di mattoni rossi, fiancheggiate ai lati da ciottoli piatti o tondi.
Alcune delle foto appartengono al mio paesello: Granarolo
lamiera, vento, brina.
vertigine, aria, scale.
straducole, ebrietudine.
Queste sdradine s'inerpicano tra ulivi giganti e vecchie casette, dove vecchiette dai capelli bianchi, attraverso le finestre socchiuse (giöxîa, ) scrutano i passanti.
sabato 1 ottobre 2022
L'amore non è più di moda.
La foto ritrae la fermata, che tutte le mattine raggiungo, per salire sulla cremagliera e recarmi a fare la spesa. Persone incivili e che non amano la bellezza, hanno imbrattato per l'ennesima volta i muri, che mio marito ed io avevamo imbiancato da poco, a nostre spese. Questa mattina alle otto sono sulla fermata ma i miei occhi si posano su di una nuova scritta.
L'amore non è più di moda
Le parole mi colpiscono come un pugno sferrato con violenza.
No ragazzi, o più precisamente mi rivolgo a te SNTDR 16127.
Un bacio vale più di un diamante,
Un abbraccio più di un capo di una firma importante .
Lo afferma un vostro idolo, il rapper milanese (Hegokid)
Amare significa pensare che lei-lui viene prima di tutto. Se non avessimo abbastanza cibo, darei a te la mia parte. Se avessimo pochi soldi, piuttosto che acquistare qualcosa per me, comprerei quello che tu desideri. Se mangi qualcosa di buono tu, è come se avessi la pancia piena anch'io, se sei felice tu, allora lo sono anch'io. Questo significa amare. Credi che esista qualcosa di più importante? A me non viene in mente nulla"
Auguri a tutti i nonni che in fatto di amare sono... maestri
martedì 27 settembre 2022
L'eleganza del riccio
Ero una ragazzina fragile perché mia madre, purtroppo non sapeva amare ed ho impiegato tanto tempo per capire che non ne avevo nessuna colpa. Il problema era solo suo. I vari personaggi che vivevano nel palazzo, pensavano che io fossi una nullità ma non sapevano che amavo leggere e studiare. L'unica persona che mi aveva capita è stata la prima donna critica cinematografica italiana: Gugliemina Setti, per me la Gu, con la quale avevo stretto una grande amicizia. Tutti gli abitanti di quel lussuoso palazzo, la consideravano una donna strana, solo perché era all'avanguardia. Era alta, magra con occhi cerulei, vegetariana e amante degli animali. La sua presenza nella mia vita mi dava coraggio e speranza nel futuro. Con lei ho potuto visionare tanti film, che riteneva adatti a me, al cinema Palazzo, oggi Sivori e discutere in libertà qualunque argomento. Frequentavo la terza ragioneria (1967) e la professoressa di italiano ci comunicò che dovevamo leggere un libro a piacere e farne una relazione. Corsi da lei e mi disse: Tutti i tuoi compagni sceglieranno titoli conosciuti, noi prepariamo la recensione di un libro che dovrà stupire la tua insegnante. Si diresse verso le librerie e tirò fuori : Il ragazzo sul delfino, di David Divine, dal quale era stato tratto anche un film. Fedra è una pescatrice di spugne nei caldi mari della Grecia. Durante un' immersione trova un reperto archeologico (polena) appartenente ad un vascello, che raffigura un ragazzo a cavallo di un delfino. Persone senza scrupoli, sono subito pronte a trafugarlo ma lei si oppone con tutte le sue forze. Preparammo l'elaborato, lo lessi e rilessi e finalmente giunse il giorno dell'interrogazione. L'insegnante mi chiamò e mi chiese che libro avevo scelto. Pronunciai il titolo, i compagni intonarono un brusio e lei rimase a bocca aperta. Iniziai la mia discussione al termine della quale, la professoressa con aria sognante mi disse: Brava, hai svolto un ottimo e particolare lavoro di questo libro, che ti confesso, non conoscevo.
Devo molto alla Gu con la quale sono rimasta in contatto fino alla sua morte. Se non mi sono persa lo devo a lei, ai suoi consigli e alla sua complicità e spesso nei momenti di difficoltà mi conforta il suo ricordo.
sabato 17 settembre 2022
Un libro che mi ricorda una giornata particolare.
Oggi, la temperatura è più fresca ed ho deciso di spolverare la libreria. Prendo in mano il libro intitolato: "Le memorie di Adriano" e la mente vola al ricordo di un giorno memorabile. Ogni anno mi recavo a Firenze, precisamente alla Leopolda, per la presentazione da parte della OTICON, della nuova gamma di apparecchi acustici. Era il 2007 e per l'occasione, fu invitato Giorgio Albertazzi, che declamò la poesia:" La pioggia nel pineto". Quest'ode fu scelta dall'attore perché è caratterizzata da sensazioni uditive, grazie alle parole scelte per il loro suono. Come potete ascoltare dal video, purtroppo il pubblico era distratto, assente e il rumore di fondo denota anche la maleducazione, il poco rispetto e l'inconsapevolezza di trovarsi davanti all'ultimo dei più grandi attori.
mercoledì 14 settembre 2022
DEDICATO A VALERIA
Carissima Valeria mi avevi detto che ti piaceva l'Angelo del Monteverde ed io ho girato un breve video per mostrartelo in tutta la sua sua bellezza e sensualità.
Naturalmente lo condivido anche con gli amici che mi seguono.
sabato 10 settembre 2022
Nutella e Oro Saiwa degli anni 50
IERI
Saranno le mie papille gustative che non funzionano più a dovere ma la Nutella, non ha più il suo sapore antico. Oggi la si acquista nei supermercati ed è contenuta in bicchieri e vasetti di varie fogge. Negli anni 50, quando desideravo fare merenda con questa squisitezza, mi dovevo recare dal droghiere. Era un rito, entravo in questo negozio aromatico e lui mi chiedeva quanti soldini avevo a disposizione. Stendeva un foglio di carta oleata sulla bilancia, prima di affondare un cucchiaione nella grande scatola di latta. Delicatamente versava il contenuto sulla carta, che richiudeva con grande maestria. Immediatamente arrivava la cosiddetta “acquolina in bocca” dovuta alla vista e all'odore della cioccolata. Correvo a casa e spalmavo la Supercrema sui biscotti Oro Saiwa. La Saiwa era una fabbrica di dolci, che purtroppo ha chiuso i battenti a Genova negli anni 80. Questo stabilimento aveva una caratteristica, accanto ad esso, era ubicato un negozietto, dove si poteva acquistare a prezzo ridotto i biscotti con qualche difetto di lavorazione (mal riusciti). Che bei tempi! Oggi sono alla ricerca del tempo perduto e alla descrescita consapevole.