sabato 26 novembre 2022

Il mio messaggio in bottiglia


Roberto Regnoli, medico ortopedico in pensione, durante le sue passeggiate sulle battigie del Molise, ha ritrovato 830 bottiglie, contenenti messaggi affidati al mare.

Chissà se avrà ritrovato anche il mio!


Messaggio

Ti porti, questa bottiglia, la melodia

del mare ligure.

I versi scarni dei suoi poeti

trasfigurati in questi consunti "ossi di seppia".

I trallalero dei marinai genovesi, con i loro volti

rugosi e bruciati dal sole.

Il mio marino pensiero racchiuso oggi

in questo scrigno segreto.

Come l'eterna marea, cancella l'effimera impronta,

anch'io sparirò presto da questi lidi.

Resti traccia almeno, in questo maestrale,

l'anelito di fratellanza universale,

per te, che ritroverai queste parole.

domenica 20 novembre 2022

Si scrive decrescita e si legge felicità.

 

Oggi le persone non si accontentano più di niente, sono sempre alla ricerca di nuove emozioni e l'insoddisfazione spesso diventa cronica. Negli anni 60 non avevano nulla ma la gioia, la speranza di un mondo migliore e la tranquillità ci rendeva felici.

Non avevamo il frigorifero ma "L'uomo del ghiaccio" arrivava con il motocarro pieno di blocchi  e con il suo gancio in base alle nostre disponibilità, ce ne dava un pezzo. Correvamo a casa, lo ricoprivamo con una coperta per non farlo sgelare e sopra  deponevano i cibi da conservare.

Non avevamo il riscaldamento ma la stufa economica intiepidiva la cucina, cuore della casa, mentre le altre stanze erano ghiacciate. Le borse dell'acqua calda, le lenzuola, i pigiami di flanella e le calze confezionate dalle nonne, ci riscaldavano nei nostri letti.

Non avevamo bagni e docce super accessoriati  e la domenica scaldavamo pentoloni di acqua da versare in grandi conche di zinco, nelle quali ci lavavamo.

Non avevamo il forno ma ci recavamo con le nostre teglie, avvolte da tovagliette a quadri, dal fornaio, che terminato il suo lavoro, le introduceva nel forno ancora caldo.

Non avevamo la possibilità di ricomprare le calze prima di seta, poi di nailon, quindi quando si sfilavano, le portavamo dalla rimagliatrice, che con il suo apparecchietto riusciva a farle tornare quasi nuove.

Non avevamo a disposizione quotidianamente i vassoi pieni di paste, biscotti di tutte le fogge ma quando le mamme potevano, confezionavano splendide torte casalinghe.

Non  tutti avevamo la televisione in casa, quindi ci recavamo al bar o ospiti di qualche vicino per guardare tutti insieme trasmissioni come: Il  Musichiere o Lascia o raddoppia.

Potrei andare avanti all'infinito di ciò che non avevamo e allora perché oggi con tanto benessere siamo sempre tristi e in guerra? Forse abbiamo oltrepassato il limite.

Pensate anche a come ci si saluta oggi con un semplice ciao, i greci usavano Chaire (rallegrati) gli Ebrei usano Shalom (Pace). 

Non avevamo niente, non usavamo antidepressivi, ma eravamo ricchi di amore per il nostro quartiere, per i vicini di casa, che consideravamo di famiglia e soprattutto si onorava la parola che oggi è in disuso: PARTECIPAZIONE


venerdì 18 novembre 2022

Tornare a sentire e a vivere.


 Questa foto, mi è stata scattata poco prima di andare in pensione. Avevo 67 anni e sono ritratta al mio posto di combattimento. Quando mi capita di osservarla, m'invade la nostalgia, non per i miei viaggi da pendolare per raggiungere il posto di lavoro o per le normali discussioni tra colleghi, ma per l'empatia che avevo con i miei pazienti. Ho sempre cercato di usare la delicatezza per aiutarli ad accettare e  a risolvere i loro problemi d'udito. Mi mancano le loro confidenze, i loro sorrisi  smaglianti, quando grazie alla tecnologia degli apparecchi acustici, riacquistavano la possibilità di sentire e tornare a vivere. Si meravigliavano di poter riascoltare le voci dei propri cari, il rumore del vento, il suono delle campane, il canto degli uccelli, la loro voce e i propri passi. Mi manca l'incoraggiamento che davo ai miei piccoli pazienti, che spronavo a fare spallucce a chi metteva in rilievo il loro handicap ed essere forti per vivere una vita normale. Sono stati anni in cui il mio lavoro mi gratificava e mi rendeva felice.
Quando incontro qualcuno di loro, mi abbracciano con calore e questo mi fa pensare, che se ognuno di noi svolgesse il proprio lavoro con passione e dedizione, il mondo forse sarebbe migliore.

giovedì 10 novembre 2022

A proposito di transazione ecologica...

Dopo tante lotte, per salvare il parco del'Acquasola , rimasto l'unico luogo ameno a Genova, in cui i bimbi possono giocare tranquillamente, ecco arrivare questo scandalo. Da qualche giorno hanno deciso una “sosta legalizzata“ di auto all'interno del parco. Ad autorizzarla sarebbe infatti una specifica ordinanza che amplia il parcheggio riservato a magistrati e dipendenti del tribunale.



Le macchine sono posteggiate dentro il parco, vicino ai giochi dei bambini, che non potranno più correre senza la paura di essere investiti.

 


                                      C'è solo una parola degna di questa decisione:

                                            VERGOGNA!

sabato 5 novembre 2022