mercoledì 29 giugno 2022

Saracinesche dipinte.

Nel centro storico della città e nelle delegazioni, le saracinesche spesso ci parlano e non solo di arte .


                                                                Salvator Dalì
                  "Non avere paura della perfezione... tanto non la raggiungerai mai!"

                                                  
                                                  Aldo Gastaldi nome di battaglia: Bisagno


                                                                  Matteo Bassetti



                                                                Frida Kahlo

                                                                    
                                                                     Fabrizio  De André

sabato 25 giugno 2022

Il mio bicchierino


Negli anni 50 in città c'erano ancora le macerie, causate dalla guerra. Nel linguaggio comune non esisteva l'espressione : "Usa e getta". Gli oggetti erano preziosi e bisognava conservarli a lungo. Questi erano i bicchierini che usavo quando mi recavo al parco dell'Acquasola, alla spiaggia denominata Strega (che ora non esiste più) e in "gita" sui monti che circondano la città.  Le fontanelle erano numerose ma portavo con me anche la borraccia per avere la scorta d'acqua. Per le strade non si vedeva l'abbandono delle lattine, di  bottiglie varie e dei contenitori di estathe.  Le loro caratteristiche erano: Praticità di trasporto, pronti all'uso, di colori diversi per non essere confusi e richiudibili. In quegli anni  non si possedeva quasi nulla ma la vita trascorreva con ritmi lenti e la speranza in un futuro migliore mi rendeva serena. I cambiamenti ci sono stati ma in ...peggio.


venerdì 24 giugno 2022

Il restauro Madonnina della Guardia.


 Sono sposata da più di mezzo secolo. Il mio consorte ed io, abbiamo caratteri molto diversi ma si sa che: i poli opposti si attraggono. Lui possiede il dono della Fede, io no, per cui spesso ci ritroviamo a discutere. All'interno di un muro della piazzetta, che conduce alla nostra abitazione, c'è un'edicola votiva, nella quale è situata una Madonnina della Guardia ( a lei è dedicato un Santuario), corrosa dal tempo. Tutte le volte che passavamo di lì, Pino diceva: Mi piacerebbe riportare la Madonnina al suo antico splendore. Un giorno decise di rompere l'arrugginito lucchetto, che chiudeva l'edicola, prese la statuetta e la portò a casa per iniziare il restauro. 


Si mise al lavoro con gioia e passione, mentre io lo guardavo perplessa. Una mattina prendo la statuetta in mano e all'improvviso muovendola, ho sentito che all'interno vi era qualchecosa. Decidemmo  di praticare un foro alla base e con immensa meraviglia, scivolò un biglietto ingiallito e arrotolato. Con emozione e curiosità aprimmo il foglietto e iniziammo la lettura.




Il signore che si firma, nel lontano 1963 aveva affidato alla Madonnina, la protezione degli abitanti del paesello. Decisi di fare una copia della lettera e riposizionare l'originale all'interno della statuetta. Non vi nascondo che questo restauro di cui potete vedere il risultato finale, mi ha regalato un'inaspettata emozione.




martedì 21 giugno 2022

Declino di Genova.



Sono seduta sulla panchina, che si trova sul mio terrazzo e guardo Genova dall'alto. Penso alla travagliata, misteriosa e intensa storia della Superba, che oggi non è più tale. Ha perso il suo fascino e la sua natura è stata travolta. Era una città laboriosa,  le sue fabbriche davano lavoro e benessere a tutti. L'inchinarsi al turismo di massa l'ha banalizzata, resa invivibile ai genovesi, che devono vivere in un caos continuo.
Le compagnie aeree low cost, le navi gigantesche inquinano l'aria con i loro continui fumi e "vomitano" quotidianamente migliaia di turisti. La mia Genova è violentata, da questi invasori che abbandonano rifiuti ovunque e non rispettano luoghi di centenaria storia. Nessuno dei governanti di questa città, mossi solo da interessi economici, ha l'onestà intellettuale, il coraggio e l'etica di sollevare il problema, per evitare l'omicidio assistito dei residenti.



mercoledì 15 giugno 2022

Il mio lessico famigliare


 Purtroppo ad una certa età le persone che abbiamo amato, ci  lasciano ma i loro ricordi sono sempre accanto a noi. Il lessico famigliare sono le parole o le frasi, che immediatamente conducono ai  componenti della famiglia, che per noi sono stati importanti o hanno avuto un ruolo di rilievo nella nostra vita.

Inigo, mio zio toscano, mi chiamava amorevolmente: Cocca e mi ha insegnato il lessico per risolvere i rebus. Il mio faro.

Lina, mia suocera palermitana, mi diceva: Come sei sapurita (carina) hai un viso da pupacena. (bambolina di zucchero).

Franco, mio suocero genovese, asseriva: Gh'è ciù cäo  ratellâ che mangiä di raiêu. Ama più attaccare lite che mangiare ravioli.

Marietta, mia zia francese: Voir et ne pas voir, l'homme doit imaginer. Vedere e non vedere, l'uomo deve immaginare.

Rosa, mia madre (il generale) : muovi quelle chiappe e vieni ad aiutarmi!

Marcello, mio padre: Speriamo che domani sia bello perché vado a pescare. (una fissazione)

Giuanin, il nonno super genovese: Se into pòrtaféggio no ghe ne mettu mie, no ghe ne mette nisciùn.

Se nel portafoglio non ce ne metto io, non ce ne mette nessuno.

Rosalia, bisnonna: Le persone non sanno stare più al loro posto.

Guglielmina Setti, secondo faro della mia vita: critica cinematografica. Le donne per essere considerate nel mondo del lavoro devono valere venti volte più degli uomini (anni 1960)

Alberto, il mio allenatore di mezzofondo: l'importante è migliorare, lottare sempre, arrendersi mai!

Questo ultimo concetto mi ha aiutato anche  nei momenti difficili della mia vita.

Queste frasi e parole, purtroppo non le sento più ma sono  impresse nella mia mente e nel mio cuore!



I cerchietti rossi indicano il mio allenatore e la sottoscritta anni 1965.



mercoledì 8 giugno 2022

Ritrovamento del piatto di bachelite


 Oggi ho deciso di raccontarvi un fatto accaduto nel 2016. Ho la fortuna di vivere a Granarolo, un borgo sulle alture di Genova, dal quale si possono raggiungere i forti presenti sui crinali, che hanno protetto nei secoli, la "Superba". Mio marito e il nipotino decisero di andare a fare una passeggiata e portare con loro il metal-detector, con la speranza di trovare qualche oggetto. Nei pressi di un'antica polveriera, l'apparecchio incominciò a "cicaleggiare". I ricercatori  iniziarono a scavare con delicatezza e vicino ad un congegno metallico, trovarono un piatto. Una vettovaglia di bachelite (antica resina che ha preceduto la plastica) con un foro di proiettile. Tornati a casa, ho ripulito il piatto e sotto di esso ho notato una scritta: ELESA. Decisi di fare una ricerca in internet e con grande sorpresa, ho scoperto che la ditta fondata nel 1941, esisteva ancora ma oggi ha cambiato produzione.




Nel sito trovai il numero di telefono e decisi di chiamare per avere delle spiegazioni. Mi fecero parlare con un dirigente, al quale spiegai del ritrovamento e immediatamente mi confermò che quei piatti erano stati prodotti da ELESA che  riforniva l'Esercito Italiano. Con garbo, il mio interlocutore mi chiese se fosse possibile spedirgli l'esemplare, per poterlo esporre nel loro museo aziendale. Ho accettato , ho imballato  il piatto con tutte le cautele necessarie e l'ho consegnato ad un corriere. Dopo tre giorni mi è arrivata la conferma dell'arrivo e poi mi fu spedito un pacco con un simpatico presente e un biglietto di ringraziamento.