Nel
1761, la moglie di Kaspar Faber, ebanista di Norimberga, andava in giro
per mercatini e fiere, cercando di vendere l’invenzione del marito: la
matita.
Personalmente non posso fare a meno del caro "lapis" anche se oggi, per molti è diventato vecchio e desueto.
Ad
avere questo vezzo non sono la sola, poiché uomini illustri come Van
Goog, Gunter Grass, Heinrich Boll, Conan Doyle e Fellini, hanno
confidato nelle loro interviste di avere avuto per questo “oggetto”una
vera passione.
Mi
piace prendere appunti con il lapis sia a casa, sia in ufficio.Lo
ritengo un ponte che mi conduce nel passato, quando la vita aveva ritmi
più lenti e ci si poteva permettere di interrompere il lavoro, temperare
la punta ed approfittarne per riordinare le idee.
Nel
1992 a Genova, fu inaugurato il grattacielo che potete vedere nella
foto che ho postato. Il nome ufficiale di questa costruzione è Torre
Nord-San Benigno e l'architetto che la ha disegnata si è ispirato al
campanile ottagonale della chiesa di San Donato.Per la sua
particolarissima forma architettonica, che lo fa assomigliare ad una
grossa matita, è stato denominato: il matitone. Dopo la Lanterna a furor
di popolo il grattacielo è diventato il secondo simbolo della Superba.
Mi piace pensare che il vero motivo di questo soprannome sia un omaggio a
quegli uomini che hanno reso grande Genova ,facendo un ottimo uso di
questo “utensile”.
In particolare il mio pensiero vola ai tecnici, ai disegnatori, ai progettisti dei cantieri, che
hanno costruito le più belle navi del mondo e agli operai delle grandi e
piccole fabbriche genovesi. Rivedo nel porto antico, vispi mercanti,
nei loro scanni armati di lapis copiativo, che intingevano sulla punta
della lingua, prima di vergare con invidiabili calligrafie color viola
ciclamino, enormi registri, sui quali annotavano prezzi e pesi delle
merci.
Come
nella matita non è importante la forma esteriore, bensì la qualità
della grafite racchiusa in essa, io cerco queste qualità anche negli
esseri umani.