venerdì 29 dicembre 2006

Dice il saggio:

Cercate di fare amicizia con voi stessi.
Evitate la prigione della non ricerca
per non limitare la vostra crescita.
Auguro a tutti orizzonti sereni.
Foto scattata dalla Maratoneta

domenica 24 dicembre 2006

La stella

Persero un giorno la stella.
Com'è possibile perdere la stella?
Per averla fissata toppo a lungo...
i due re bianchi,
ch'erano due sapienti di Caldea,
col bastone tracciarono sul suolo grandi cerchi.
Si misero a far calcoli, si grattarono il mento
ma la stella era scomparsa
come scompare un'idea,
e quegli uomini, l'anima dei quali
aveva sete di essere guidata,
piansero drizzando le tende di cotone.
Ma il povero re nero, disprezzato
disse a se stesso:" Pensiamo alla sete degli altri,
che non è la nostra,
occorre dar da bere, lo stesso, agli animali"
E mentre reggeva il suo secchio,
nello spicchio di cielo
in cui si abbeveravano i cammelli
egli scorse la stella d'oro che danzava silente.
  Edmond Rostand

mercoledì 20 dicembre 2006

La canzone di Piccolino


DEDICATA A TUTTI I PICCOLINI DEL MONDO


Piccolino, morta mamma,                        
non ha più di che campare;                                    
resta solo con la fiamma                       
del deserto focolare;                            
poi le poche robe aduna,                     
mette l’abito più bello
per venirsene in città.
Invocando la fortuna
Con il misero fardello,
Piccolino se ne va.

E cammina tutto il giorno,
si presenta ad un padrone:
-“Buon fornaio al vostro forno
accoglietemi garzone”.-
Ma il fornaio con la moglie
Ride ride trasognato:
-“Piccolino, in verità
il mio forno non accoglie
un garzone appena nato!
Non sei quello che mi va”.

Giunse al Re nel suo palagio,
si presenta ardito e fiero:
-“Sono un piccolo randagio,
Sire, fatemi guerriero”.-
Il buon Re sorride:-“Omino,
vuoi portare lancia e màlia?
Un guerriero? In verità
Tu  hai bisogno della balia!
Tu sei troppo piccolino:
non sei quello che mi va”.

Vien la guerra, dopo un poco,
sono i campi insanguinati;
Piccolino corre al fuoco,
tra le schiere dei soldati.
Ma le palle nell’assalto
Lo sorvolano dall’alto
Quasi n’abbiano pietà.
-“E’ carino quell’omino,
ma per noi troppo piccino:
Non è quello che ci va!”-

Finalmente una di loro
Lo trafora in mezzo al viso,
Esce l’anima dal foro,
vola vola in Paradiso:
ma San Pietro: -“ o Piccolino,
noi s’occorre d’un Arcangelo
ben più grande, in verità.
tu non fai nemmeno un Angelo
e nemmeno un Cherubino…
non sei quello che ci va”.-

Ma dal Trono suo divino
Gesù Cristo scende intanto,
e sorride a Piccolino
e l’accoglie sotto il manto:
-“ Perché parli in questo metro,
o portiere d’umor tetro?
Piccolino resti qua.
Egli è piccolo e mendico
senza tetto e senza amico:
Egli è quello che mi va…
O San Pietro, te lo dico,
te lo dico in verità!…”-   
                                            Guido Gozzano

domenica 17 dicembre 2006

Il mio tatuaggio

tatuaggio 
Il mio tatuaggio

Oggi, ho deciso di farvi una confidenza, per permettervi di conoscermi meglio. Sul polso destro ho un tatau (fatto quando non era ancora di moda) ispirato all’arte Polinesiana. Per creare questi tatuaggi, prevalentemente sono usati i seguenti motivi: cerchi, immagini geometriche o ispirate alla natura, al mondo vegetale o animale. Per i polinesiani, il tatuaggio era un simbolo di potere.Descriveva l’appartenenza ad un determinato rango sociale ed aveva anche lo scopo di riprodurre una sorta di cronologia dei fatti principali della vita della persona che li possedeva. Dopo questo preambolo, voi penserete, che senso ha tutto questo con te, piccola donna insignificante? Invece ha un significato. Ho deciso di personalizzare una parte del mio corpo che mi fosse sempre visibile per stimolare la forza che era nascosta dentro di me ed usarla in certi momenti critici della quotidianità.
 Come potete vedere il disegno rappresenta:
La tartaruga, simbolo della longevità.
La salamandra, che sopravvive nel fuoco lo è della perseveranza, mentre l’uccellino ha il potere di proteggermi attraverso un telo, che tiene tra il becco dalle avversità della vita.
Tre animali pacifici ma potenti che rispecchiano il mio carattere.
 Il mio tatuaggio mi “aiuta “a combattere gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna. Naturalmente bisogna crederci.

mercoledì 13 dicembre 2006

Giù le maschere

Il fuoco, l’acqua e l’onore.

Il fuoco, l’acqua e l’onore decisero di diventare amici. Il fuoco non può stare in un luogo e l’acqua si muove sempre. Queste caratteristiche dei due compagni, indussero l’onore a  organizzare un viaggio con loro. Prima di intraprendere il cammino, decisero di scegliere un segnale  per ritrovarsi in caso di smarrimento.  Il fuoco spiegò che l’avrebbero potuto certamente ritrovare dove si sarebbe visto del fumo. L’acqua la potevano cercare dove crescono rigogliosi i  salici, cannucce, ed erba alta.  A questo punto l’onore con tono deciso rivolgendosi al fuoco e all’acqua disse: “ Spalancate bene gli occhi, guardatemi a lungo ed attentamente perché se il destino mi guida fuori dal giusto cammino e mi perdo, voi non mi ritroverete mai più.”


Il mio post si rivolge in modo particolare a chi ricopre incarichi al vertice della pubblica amministrazione. La fedeltà, la lealtà, il rispetto della parola data, della verità, della vita e della dignità altrui, sono requisiti essenziali che questi “signori” dovrebbero possedere. Purtroppo ogni giorno essi perdono l’onore, senza vergognarsene!

sabato 9 dicembre 2006

Ribelli

Conoscenti, amici, parenti e le persone che generalmente vengono in contatto con me, mi definiscono bonariamente: una “ribelle”. Ma chi sono i ribelli? I ribelli che amo, sono uomini e donne animati dall’istintivo irrefrenabile bisogno di lottare contro un’esistenza privata del sogno di un mondo più libero e giusto, nel quale ogni essere umano possa vivere dignitosamente. Questa ribellione va praticata senza mai perdere la tenerezza e l’allegria del vivere. Sono a conoscenza che l’utopia è come l’orizzonte:
Cammino due passi, e si allontana di due passi.
Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi.
L’orizzonte è irraggiungibile.
A questo punto vi domanderete, allora, cosa serve l’utopia?
Serve per continuare a camminare. Alla mia non più verde età, sarebbe comodo rimanere seduta cinicamente ad osservare la vita, accontentandomi di credere che sia: “ Il migliore dei mondi possibili”. Invece Angela la ribelle sta…..CORRENDO per niente rassegnata.

giovedì 7 dicembre 2006


Grazie amici miei.

Oggi dedico il mio post a tutti Voi, che in questi due mesi mi avete allietata e aiutata in un momento non tanto rosa della mia vita.
Attraverso i vostri post o commenti, ho imparato veramente tanto e ho avuto la possibilità di confrontarmi con uomini e donne veramente speciali, sotto tutti i punti di vista.
Non pensavo che nella blogsfera viaggiassero sentimenti, pensieri e considerazioni così alti.  Da quando ho fatto la vostra conoscenza guardo le persone con occhi diversi, perché penso che tra i passanti ci potrebbe essere uno di voi. Devo ringraziare mia figlia, Missmeletta che ha reso tutto ciò possibile e mi ha introdotto in questo mondo, dal quale non riesco più a starne lontana.  Vi sono veramente grata e vi abbraccio calorosamente!
Angela.

giovedì 30 novembre 2006

La bambina e l'uccellino incantato

La bambina e l’uccellino incantato.

Sabato scorso ho ascoltato su Radio tre un’intervista allo scrittore Rubem Alves.
Durante questa piacevole chiacchierata, ha raccontato una favola scritta per sua figlia Rachele, la quale, tutte le volte che lui parte si rattrista e lo prega di non lasciarla sola.
La bimba ha soli quattro anni, così tramite questa storia ha cercato di farle capire un concetto che per lei sarebbe stato difficile da comprendere.

Tra una bambina e un uccellino incantato, che possedeva penne variopinte dai colori dei luoghi che visitava, era nata una splendida amicizia. Purtroppo l’uccellino ogni tanto doveva partire per nuovi lidi. La piccola lo pregava di non lasciarla sola, ma lui doveva farlo, poiché, la sua bellezza dipendeva dai viaggi che lui intraprendeva e dalla nostalgia che lei provava durante la sua assenza. La bimba decise che quando sarebbe tornato lo avrebbe chiuso in una gabbia. Dopo qualche tempo l’amico tornò e mentre dormiva la piccola lo catturò. All’improvviso fu svegliata da un urlo terribile di disperazione. Il prigioniero le fece notare di aver commesso un gravissimo errore. Chiuso in gabbia si sarebbe rattristato, le sue piume avrebbero perso i colori e lei avrebbe smesso di amarlo. La bimba capì di essersi comportata da stupida, così, aprì la porta della gabbia e lo lasciò libero. Mentre esso si allontanava, l' avvertì che questa volta la sua assenza si sarebbe protratta più a lungo per riacquistare i  colori e la rassicurò che sarebbe tornato, bello e interessante come prima.
La piccina da quel giorno cominciò a vivere il suo mondo incantato nell’attesa. Indossava vestiti sgargianti, deponeva fiori colorati nei vasi. Aveva compreso che anche la nostalgia era necessaria per rendere più forte la loro amicizia.

Morale: quando si ama veramente una persona è indispensabile non tarparle le ali. Questa poesia è densa di significati. Gli psicologi asseriscono che può essere d’aiuto anche all’interno delle coppie che spesso scoppiano proprio per mancanza di libertà. Qualche teologo leggendo la favola ne ha visto una metafora di Dio chiuso nelle chiese.

domenica 26 novembre 2006

Viaggio

Viaggio in treno, vado a lavorare
torno e riesco anche a sognare.
il rumore già mi culla,
gli occhi assorti son nel nulla.

Rivedo una bimba: avversa al male
Occhi chiari, viso ovale,
che pensava a un mondo giusto
dove vivere con gusto.
Son cambiati i tempi e i treni,
nello specchio vedo i segni:
occhi chiari, viso smunto,
della vita ho fatto il punto.

Forte urlo il mio dissenso,
sordo è il mondo a quel che penso
ed ostenta indifferenza
a cotanta  sofferenza.
Solo ora finalmente
vedo tutto chiaramente,
son felice sia avvenuto
pria che il tempo sia scaduto.

giovedì 23 novembre 2006

I mangiatori di patate

Vidi per la prima volta questo quadro, su di una rivista d'arte di mio zio e fu.....amore a prima vista!
Van Gogh dipinse "I mangiatori di patate" nel 1885. La tela ritrae una scena di vita familiare in una misera capanna di Nuenen (Olanda). Intorno ad un tavolo cinque contadini, sotto la luce avara di un lume, consumano la cena a base di patate bollite e caffè. La luce fioca mette in risalto i visi sconvolti dalla fatica e le mani grandi e sgraziate, per il duro lavoro. La tela è dipinta in una tonalità verdastra, come le patate che hanno avuto un colpo di gelo.
La riproduzione di questo quadro campeggia nella mia camera da letto. Mi rammenta sia quando mi abbandono nella braccia di Morfeo, sia al mio risveglio che il ciclo della vita  rinasce senza posa attraverso il mistero della terra Nutrice. Da questa tela traspare questa filosofia : accontentarsi di avere di che mangiare, bere,vestire e dormire. In questo  mondo invaso da cose inutili e superflue per me questo è un memento.
Grazie VINCENT!

venerdì 17 novembre 2006

Le mani

Lavorare. Parlare. Esprimere dei sentimenti. Dare la vita. Se la specie umana può fare questo ed altro lo deve a questi meravigliosi gioielli dell'ingegneria naturale. Caratteristica peculiare delle mani umane, che le rende uniche nel regno animale, è la così detta "presa a pinza" effettuata tra il pollice e l'indice (o altro dito). La mano afferra, comunica e crea, ma quella che cura per me è un vero miracolo.
Vi ricordate quando da bambini la mamma ci faceva "il massaggino sulla bua"? Con questo semplice gesto "il contatto e la pressione" favorivano la produzione d'endorfine, naturali soppressori del dolore. Tanto tempo fa sfogliando una rivista osservai una fotografia che mostrava la mano di un bimbo ugandese in quella di un soccorritore. Rimasi molto turbata e mi resi conto dell'importanza di questa parte del corpo umano. Il gesto della mano che da sempre mi emoziona è: LA CAREZZA. Essa può consolare, spronare e rendere tangibile l'amore provato da un essere umano nei confronti di un suo simile. E' un movimento apparentemente facile ma quando è fatto con sentimento, infonde una carica d'energia infinita, meglio di un ricostituente. Cosa c'è di più consolatorio, dopo una giornata stressante? Naturalmente la mano di una persona cara, che dolcemente ti accarezza la fronte e poi con voce soave ti sussurra: "POVERINA"
A questo proposito v'invito a visionare il film "HARVEY" con James Stewart, nel quale si tratta di questo argomento.
Vi lascio inviando a tutti una CAREZZA.

lunedì 13 novembre 2006

Le memorie di Adriano

Parecchio tempo fa, ho letto il libro intitolato "Le memorie di Adriano", scritto da Marguerite Youcernar. Il libro venne pubblicato in Francia nel 1951 (da noi solo nel 1963 da Einaudi). Il successo fu sensazionale, lo è stato per decenni, lo è adesso e lo sarà sempre perchè è una scoperta commovente e sublime che va oltre la documentata(e inventata) vita di questo imperatore romano. Adriano visse nel II° secolo dopo Cristo (dal 76 al 138) e fu un grande legislatore, un ottimo riformatore e un uomo molto sensuale: insomma un vero intellettuale. Vi trascrivo alcuni suoi pensieri che mi hanno colpita per la loro modernità che confrontati a quelli dei nostri politici attuali non mi resta che.........PIANGERE

Fece incidere sulle sue monete queste parole: Umanità, Felicità, Libertà.
Era convinto che una parte dei nostri mali dipendesse dal fatto che troppi uomini sono oltreaggiosamente ricchi o disperatamente poveri.
Asseriva che la menoria della maggioranza degli uomini è un cimitero abbandonato, dove giacciono senza onori i morti che essi hanno cessato di amare.
Costruire significa collaborare con la terra.
Ricostruire significa collaborare col tempo.
Alla fine dei suoi giorni pronunciò queste parole: Durante il mio impero ho meditato e lavorato per migliorare la vita degli uomini attrezzandola come una bella imbarcazione ben munita per un viaggio che spero durerà molti secoli. Il mio compenso:
LA FELICITA'

martedì 7 novembre 2006

Magia

Nell'estate del 1998 seduta sul terrazzo di casa mia, leggevo il mensile dell'Italia che scrive: "LETTERE". All'interno della rivista vi era una pagina nella quale l'editore spronava i lettori a spedire alla redazione un proprio lavoro. Poichè stavo attraversando un periodo della mia vita poco colorato, decisi di scrivere una lettera e la inviai senza nessuna speranza. Il tempo passava e non pensavo più a quella spedizione, ma un giorno il telefono squillò.....
Dall'altra parte della cornetta una gentile redattrice mi informava che il mio lavoro sarebbe stato pubblicato nel mese di dicembre. Rimasi sbigottita e incredula. Attesi l'uscita della rivista e quando vidi la mia lettera pubblicata, pur rimanendo con i piedi per terra, ne fui orgogliosa. Passarono circa tre settimane e il telefono tornò a squillare. Questa volta a chiamare era una dottoressa che conduceva su di una emittente televisiva romana, una rubrica medica tipo ELISIR. La signora mi raccontò di aver letto ciò che avevo scritto sulla rivista e che ne rimase talmente colpita che aveva usato il mio argomento in una puntata della sua rubrica e che al più presto mi avrebbe spedito una videocassetta con la registrazione.
Terminata la telefonata rimasi immobile e pensai: come era stato possibile che un semplice pensiero avesse avuto la forza di smuovere la coscienza di tante persone, creando eventi per me impensabili?
Dopo questo racconto sicuramente avrò acceso la vostra curiosità cosi vi trascrivo la lettera che ha compiuto la MAGIA.

Caro Albert.
Sono cinque anni che nessuno parla più di te, mio grande e vero eroe. Tu con molta generosità hai donato a tutti i bambini del mondo il vaccino antipoliomelite. Io mi ricordo, sai, cosa voleva dire essere colpiti da questa terribile malattia: morire o rimanere invalidi per tutta la vita. Quelle gocce magiche che spandendosi su di un zuccherino hanno rischiarato e rischiarano il cammino delle nuove generazioni, sono nate da anni di tuoi faticosi studi. Con mio rammarico ho notato che oggi molto spesso i ragazzi sono esperti in moduli calcistici o di internet  ma non sanno chi era Albert Sabin. Stai tranquillo non tutti ti hanno dimenticato così in fretta,io ti penso sempre e ho insegnato a mia figlia ad essere riconoscente verso un amico che ci ha donato tanto senza chiedere niente.
Con affetto    
                                                     ANGELA

sabato 4 novembre 2006

REBUS

Oggi mi sento birichina...
desidero infatti darvi un consiglio... ma per ottenerlo... dovrete faticare un pochino!
Eccolo:
NELLA VITA, TALVOLTA...

Buon fine settimana a tutti!

martedì 31 ottobre 2006

Nutella

Da bambina per acquistare la nutella dovevo recarmi dal droghiere, che la conservava in una grossa e rotonda scatola di latta. Con un cucchiaione trasportava la quantità di cioccolata che mi potevo permettere di acquistare, su di un foglio di carta oleata che chiudeva ermeticamente con molta destrezza. Mentre lui eseguiva questa operazione io pensavo: "Quando sarò grande, giuro ne acquisterò una scatola intera!" Uscivo felice dal grande e austero negozio (colmo di ogni genere di spezie) e  col mio pacchettino mi dirigevo verso casa per gustare la squisitezza spalmata su biscotti oro Saiwa, spesso in compagnia dei miei amichetti dirimpettai che allora consideravamo fratelli. Sarà colpa delle mie papille gustative che col passare degli anni hanno perso la loro potenza, ma ho constatato che la nutella non ha più il sapore di allora.Purtroppo sarò costretta ad aggiungere alla lista delle frasi fatte tipo: Non esistono più le stagioni, il buco dell'ozono si è ingrandito anche: la nutella non è più quella di una volta.
PECCATO!!!!!!!!!!!

venerdì 27 ottobre 2006

Dedica

La più bella dedica che ho ricevuto, mi è stata donata da mia figlia Francesca in occasione della sua tesi di laurea, avvenuta nell'anno accademico 2002/2003. Come potete immaginare quel giorno è stato speciale ma è diventato magico al termine della discussione e dell'assegnazione del voto da parte della commissione.  Missmeletta con il suo sorriso solare mi ha regalato la tesi rilegata con una copertina di colore "rosso" sfavillante ed io con la stessa delicatezza con la quale toccai la mia creatura il giono in cui venne al mondo, ho aperto il libro. Il mio sguardo si  posò immediatamente sulla dedica e un brivido di gioia ha percorso tutto il mio corpo e la mia anima. 
Alle mie radici, Angela e Giuseppe, che mi hanno consentito di diventare quella che sono, approvando le mie scelte e aiutando i miei sogni e ideali a crescere giorno per giorno.
In quel momento avrei voluto gridare: AVETE VISTO nonostante la cassa integrazione, lo spettro  costante della chiusura della fabbrica in cui mio marito lavorava da 37 anni, il mio part-time, i nostri miseri e sudati stipenti e i calci in faccia che merito paziente riceve dai mediocri; mia figlia (grazie alla sua capacità e alla determinazione) era riuscita a tagliare il traguardo vincitrice. Desidero terminare questo racconto ricordando la matrona romana Cornelia che alle sue amiche che si vantavano di possedere perle, collane e ori, presentando i suoi figli disse:" ECCO I MIEI GIOIELLI."

Classifica

Carissimi amici la frase vincitrice è la n° 2 : Il tempo non esiste gli orologi sì. Vi ringrazio per aver partecipato e vi annuncio che domani se mi sarà possibile pubblicherò il mio nuovo post. A presto e un baciotto a tutti.

lunedì 23 ottobre 2006

Graffiti

Per recarmi sul posto di lavoro sono costretta a usare: l'autobus, il treno, le gambe e se continua così un giorno forse anche l'aereo, per la serie il lavoro nobilita. Attraversando la città non posso fare a meno (di natura sono curiosa, ma di quella curiosità sana) di leggere le frasi che ignoti scrivono sui muri, cassonetti e vari raccoglitori ecologici. Alcune di queste scritte sono veramente belle e quando riprendo il cammino spesso rifletto sul loro contenuto. Questi messaggi sono composti da poche parole(ermetici) ma sono talmente incisivi che hanno il potere di rendere accessibile a tutti, concetti molto complessi, che per esporli a volte sarebbe necessario scrivere un trattato. Ve ne riporto alcune e mi piacerebbe sapre quella che vi ha maggiormente colpito. Passate parola così la classifica diventerà più interessante. Dopo la votazione nominerò la vincitrice. Vi saluto caramente.
1) Spegni la televisione accendi le passioni. 2) Il tempo non esiste gli orologi sì. 3) I nostri sogni i vostri incubi. 4) Hai venduto il tuo tempo per fare i regali di Natale. 5) Il tempo è il carcere dell'orologio. 6) La stupidità è di moda. 7) Resistere per esistere. 8) Dove inizia il soldato finisce l'uomo. 9) Dietro le parole degli psiichiatri c'è la violenza delle istituzioni. 10) Produci,consuma e crepa. 11) Il tempo è lavoro, il tempo è fatica. il tempo costa una vita

venerdì 20 ottobre 2006

La Violenza

Sia nelle mie lotte giovanili, che in quelle attuali contro le grandi e piccole ingiustizie sociali, non ho mai esercitato la violenza ma ho usato il coraggio civile, la forza d'animo e l'entusiasmo per la difesa della libertà. Purtroppo parecchie volte "la bestia" che alberga in certi uomini l'ho subita ed è per questo motivo che è stato necessario da parte mia un lungo lavoro interiore per resistere alla tentazione di " emulare" questi vigliacchi che ho  incontrato sul mio cammino di lavoratrice, di cittadina e di donna.  La violenza è paragonabile alla gramigna, che non muore nemmeno nei periodi di massima siccità. Persino in epoche e in zone nelle quali i presupposti per una felice convivenza degli uomini sono favorevoli, ce ne sono altri che si uniscono per compiere atti violenti. E' necessario quindi estirpare radicalmente in noi, appena ce ne avvediamo, ogni germe sia pur minimo di violenza. Attenzione amici miei: la gramigna prolifera e in pochi giorni può ricoprire ogni cosa. Io non mi arrenderò mai finchè  avrò respiro  la combatterò sempre .

mercoledì 18 ottobre 2006

Amore

Molto spesso gli esseri umani usano frasi come: Ti amo, sei la mia vita e  ti voglio bene con molta leggerezza. Amare è complicato e oneroso e il mio pensiero è racchiuso in questa frase.                               
" Ma amare una persona significa pensare che lei viene prima di tutto. Se non avessimo abbastanza cibo, darei a te la mia parte. Se avessimo pochi soldi, pittosto che acquistare qualcosa per me, comprerei quello che tu desideri. Se mangi qualcosa di buono tu, è come se avessi la pancia piena anch'io, se sei felice tu, allora lo sono anch'io. Questo significa amare una persona. Credi che esista qualcosa di più importante? A me non viene in mente nulla"

lunedì 16 ottobre 2006

La mia città

In questo post desidero descrivervi sommariamente la città in cui sono nata e nella quale risiedo: GENOVA.Le strade sono tutte in salita(creuze) e per raggiungere i vari quartieri oltre agli autobus ci serviamo di ascensori, funicolari e perfino di una vecchia grimagliera. L'odore del mare e del basilico si spande nei "caruggi"(vicoli strettissimi) per poi raggiungere ogni delegazione: da Nervi a Voltri. Come una madre benevola Genova ci offre tutto: il mare, i monti e un clima mite. L'aria e il cielo sono quasi sempre ripuliti dalla tramontana che ha la capacità di ravvivare i colori tipici della "Superba". Vorrei sfatare un luogo comune: i genovesi non sono tirchi ma parsimoniosi che è molto diverso. Abbiamo un carattere introverso, vestiamo abiti poco colorati rispetto ad altre città del nord e fino a quando qualche governo non metterà una tassa sul "mugugno" (Lamento-protesta), noi lo continueremo a esercitare liberamente. Purtroppo il nostro bellissimo dialetto (Govi docet) sta scomparendo e il motivo è anche dovuto al fatto che in città sono presenti più di trenta etnie diverse delle quali la più numerosa è quella equatoriana. Le nostre squadre di calcio sono: il Genoa e la Sampodoria. L'università tenta di acculturarci, l'acquario di divertici(sono pochi i centri di aggregazione) e quando si fa sera la lanterna ci coccola e illumina con il suo potente faro.Purtroppo le grandi fabbriche che erano il fiore all'occhiello della meccanica , della siderurgia italiana e il sostentamento di tante famiglie, sono state dismesse e al loro posto sono sorti quartieri tristi con mumerosi centri commerciali. Dico tristi perchè tutto ciò che sosrituisce una fabbrica ha questo destino.(Vedi il libro No Logo). Genova è una città incantevole e ci sono dei luoghi dai quali si può godere di panorami sublimi. I poeti come Eugenio Montale e Dino  Campana le hanno dedicato versi struggenti  ma Caproni per descrivere la spianata Castelletto che è un belvedere ha scritto le seguenti strofe. Quando deciderò di andare in Paradiso prenderò l'ascensore di Castelletto.
Se avete delle curiosità chiedete e vi sarà dato. Un baciotto e a presto

giovedì 12 ottobre 2006

Se non ora quando?

Se non ora quando? è un  libro pubblicato da Primo Levi nel 1982. Il titolo lo ha tratto da una massima del II° secolo dopo Cristo e in questi versi ognuno di noi può trovare una risposta.
Se non sono io per me?
chi sarà per me?
e quantanque io pensi a me,
che cosa sono io?
E se non ora quando?
Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno visitato il mio nuovo blog. Bacioni

martedì 10 ottobre 2006

lamaratonetaGiò

Per il  mio blog ho scelto il nome "lamaratonetaGio" perche in gioventù ho praticato l'atletica leggera. La mia specialità era il mezzofondo e la gara preferita. gli ottocento metri.  Questo sport allora era "puro", non esistevano gli sponsor e i premi milionari ma gli atleti erano motivati solo dalla passione. Pensate che la società per cui correvo al massimo regalava una tuta o le scarpette se stabilivi un nuovo record. Praticare questa disciplina mi ha trasformata da un'insicura adolescente in una donna quasi matura. Ho avuto la fortuna di essere allenata da un uomo che è diventato anche il mio maestro di vita. Mi ripeteva sempre che il vero risultato non era battere gli avversari ma migliorare me stessa. Ho trasferito i suoi insegamenti anche nella vita e vi assicuroche ne ho tratto beneficio soprattutto in quegli anni bollenti di contestazione.Quando il mio io si vuole gratificare, sogno di correre e all'improvviso mi sento in forma come allora.libera, eterea e avvolta dal profumo della terra rossa che ricopriva la pista. Proprio come Proust che ricorda il sapore della madeleine io sono alla ricerca del mio tempo perduto. Vi abbraccio teneramente.

sabato 7 ottobre 2006

Le parole e i suoni

Tutti noi diamo per scontato che sentire o proferire parola sia un fatto normale. Vi assicuro che per chi  da più di trentanni lavora con audiolesi e sordomuti non è cosi'. Non voglio rattristare nessuno ma con questo post desidero sensibilizzare tutti voi ad aumentare la capacità di ascoltare i propri simili e imparare a non avere paura di esprimere i vostri sentimenti. Chi non ha la fortuna di sentire i suoni della vita, (mare, vento, una goccia che cade) le voci delle persone amate o non può chiedere o rispondere, vive un terribile disagio. Pur di non rimanere isolati gli uomini desiderosi di dialogare trasformano le parole in gesti. Sapete i miei ragazzi ( dico miei perchè li considero figli) quando vengono a trovarmi come mi salutano? Mettono le loro mani sul cuore e poi me lo donano, Vi assicuro che ogni volta riescono ad emozionarmi e farmi capire che se si ama veramente si usa qualsiasi modo per comunicarlo.
Questo è il mio primo post e desiderosalutarvi in questo modo.