sabato 19 giugno 2010

Addio compagno Saramago


"Non sono un scrittore comunista, io sono un comunista scrittore, che è diverso.
Vale a dire che non sono un scrittore comunista che scrive secondo un orientamento politico o ideologico determinato e che utilizza la letteratura per diffondere questo orientamento. Allo stesso modo che c'è una differenza tra essere un giornalista comunista o un comunista giornalista. Per giornalista comunista si intende un giornalista che lavora in un organo di stampa comunista e la sua missione è quella di espandere attivamente quelle idee. In cambio, se si è un comunista giornalista non significa che attivamente tu ti dedichi ad espandere le tue idee nella tua professione".

domenica 13 giugno 2010

TUTTO IL MONDO E' PAESE

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Sono quasi 40 anni che lavoro con i deboli d’udito, pertanto conosco le varie ipoacusie.
Ieri, grazie ad un’intervista ad un cittadino del Sudafrica, ho avuto la conferma che si sta diffondendo una nuova e pericolosa forma di sordità:
“non sentire le grida che provengono dalla povertà.”
Volutamente, le telecamere, presenti in questo paese africano, per riprendere i mondiali di calcio, propongono esclusivamente immagini di una città moderna ed efficiente, ad uso di una minoranza benestante.
L’intervistato denunciava che la realtà della città, fatta di baraccopoli, miseria e degrado è tenuta appositamente celata ed allontanata dall’evento.
Questa è l’ennesima conferma che l’informazione è manipolata in tutte le parti del mondo.

venerdì 4 giugno 2010

Il 6 Giugno è la festa della Biodiversità

In questi giorni in America esce nelle sale cinematografiche il documentario, vincitore di un oscar, intitolato: “The cove”. Il regista Louie Psihoyos per svelare un terribile segreto, ha usato telecamere nascoste tra le rocce di una baia, sulle coste di Taiji, città a sud di Osaka.In questo luogo i giapponesi con delle reti trappole, catturano i delfini e dopo una mattanza che colora il mare di rosso, gli animali sono selezionati per l’alimentazione e quelli più maestosi sono relegati in gabbie, destinati a popolare i delfinari e gli acquari di tutto il mondo. Queste stupende creature marine, che amo e mi affascinano, sempre più spesso si tolgono la vita, spiaccicandosi sui bordi delle piscine ed ingoiando volontariamente pezzi di mattonelle, per liberarsi dalla schiavitù umana. Il famoso “Flipper” protagonista di numerosi film, ha fatto questa terribile fine. Mi associo all’appello del regista di questo documentario che esorta i genitori a non portare i bambini nei delfinari e negli acquari perché sono luoghi di tanta sofferenza.
L’amicizia e la simpatia tra l’uomo e il delfino è celebrata fin dai tempi antichi e se veramente li amiamo, dobbiamo lasciarli liberi di volteggiare nel mare.