venerdì 29 dicembre 2006

Dice il saggio:

Cercate di fare amicizia con voi stessi.
Evitate la prigione della non ricerca
per non limitare la vostra crescita.
Auguro a tutti orizzonti sereni.
Foto scattata dalla Maratoneta

domenica 24 dicembre 2006

La stella

Persero un giorno la stella.
Com'è possibile perdere la stella?
Per averla fissata toppo a lungo...
i due re bianchi,
ch'erano due sapienti di Caldea,
col bastone tracciarono sul suolo grandi cerchi.
Si misero a far calcoli, si grattarono il mento
ma la stella era scomparsa
come scompare un'idea,
e quegli uomini, l'anima dei quali
aveva sete di essere guidata,
piansero drizzando le tende di cotone.
Ma il povero re nero, disprezzato
disse a se stesso:" Pensiamo alla sete degli altri,
che non è la nostra,
occorre dar da bere, lo stesso, agli animali"
E mentre reggeva il suo secchio,
nello spicchio di cielo
in cui si abbeveravano i cammelli
egli scorse la stella d'oro che danzava silente.
  Edmond Rostand

mercoledì 20 dicembre 2006

La canzone di Piccolino


DEDICATA A TUTTI I PICCOLINI DEL MONDO


Piccolino, morta mamma,                        
non ha più di che campare;                                    
resta solo con la fiamma                       
del deserto focolare;                            
poi le poche robe aduna,                     
mette l’abito più bello
per venirsene in città.
Invocando la fortuna
Con il misero fardello,
Piccolino se ne va.

E cammina tutto il giorno,
si presenta ad un padrone:
-“Buon fornaio al vostro forno
accoglietemi garzone”.-
Ma il fornaio con la moglie
Ride ride trasognato:
-“Piccolino, in verità
il mio forno non accoglie
un garzone appena nato!
Non sei quello che mi va”.

Giunse al Re nel suo palagio,
si presenta ardito e fiero:
-“Sono un piccolo randagio,
Sire, fatemi guerriero”.-
Il buon Re sorride:-“Omino,
vuoi portare lancia e màlia?
Un guerriero? In verità
Tu  hai bisogno della balia!
Tu sei troppo piccolino:
non sei quello che mi va”.

Vien la guerra, dopo un poco,
sono i campi insanguinati;
Piccolino corre al fuoco,
tra le schiere dei soldati.
Ma le palle nell’assalto
Lo sorvolano dall’alto
Quasi n’abbiano pietà.
-“E’ carino quell’omino,
ma per noi troppo piccino:
Non è quello che ci va!”-

Finalmente una di loro
Lo trafora in mezzo al viso,
Esce l’anima dal foro,
vola vola in Paradiso:
ma San Pietro: -“ o Piccolino,
noi s’occorre d’un Arcangelo
ben più grande, in verità.
tu non fai nemmeno un Angelo
e nemmeno un Cherubino…
non sei quello che ci va”.-

Ma dal Trono suo divino
Gesù Cristo scende intanto,
e sorride a Piccolino
e l’accoglie sotto il manto:
-“ Perché parli in questo metro,
o portiere d’umor tetro?
Piccolino resti qua.
Egli è piccolo e mendico
senza tetto e senza amico:
Egli è quello che mi va…
O San Pietro, te lo dico,
te lo dico in verità!…”-   
                                            Guido Gozzano

domenica 17 dicembre 2006

Il mio tatuaggio

tatuaggio 
Il mio tatuaggio

Oggi, ho deciso di farvi una confidenza, per permettervi di conoscermi meglio. Sul polso destro ho un tatau (fatto quando non era ancora di moda) ispirato all’arte Polinesiana. Per creare questi tatuaggi, prevalentemente sono usati i seguenti motivi: cerchi, immagini geometriche o ispirate alla natura, al mondo vegetale o animale. Per i polinesiani, il tatuaggio era un simbolo di potere.Descriveva l’appartenenza ad un determinato rango sociale ed aveva anche lo scopo di riprodurre una sorta di cronologia dei fatti principali della vita della persona che li possedeva. Dopo questo preambolo, voi penserete, che senso ha tutto questo con te, piccola donna insignificante? Invece ha un significato. Ho deciso di personalizzare una parte del mio corpo che mi fosse sempre visibile per stimolare la forza che era nascosta dentro di me ed usarla in certi momenti critici della quotidianità.
 Come potete vedere il disegno rappresenta:
La tartaruga, simbolo della longevità.
La salamandra, che sopravvive nel fuoco lo è della perseveranza, mentre l’uccellino ha il potere di proteggermi attraverso un telo, che tiene tra il becco dalle avversità della vita.
Tre animali pacifici ma potenti che rispecchiano il mio carattere.
 Il mio tatuaggio mi “aiuta “a combattere gli oltraggi, i sassi e i dardi dell’iniqua fortuna. Naturalmente bisogna crederci.

mercoledì 13 dicembre 2006

Giù le maschere

Il fuoco, l’acqua e l’onore.

Il fuoco, l’acqua e l’onore decisero di diventare amici. Il fuoco non può stare in un luogo e l’acqua si muove sempre. Queste caratteristiche dei due compagni, indussero l’onore a  organizzare un viaggio con loro. Prima di intraprendere il cammino, decisero di scegliere un segnale  per ritrovarsi in caso di smarrimento.  Il fuoco spiegò che l’avrebbero potuto certamente ritrovare dove si sarebbe visto del fumo. L’acqua la potevano cercare dove crescono rigogliosi i  salici, cannucce, ed erba alta.  A questo punto l’onore con tono deciso rivolgendosi al fuoco e all’acqua disse: “ Spalancate bene gli occhi, guardatemi a lungo ed attentamente perché se il destino mi guida fuori dal giusto cammino e mi perdo, voi non mi ritroverete mai più.”


Il mio post si rivolge in modo particolare a chi ricopre incarichi al vertice della pubblica amministrazione. La fedeltà, la lealtà, il rispetto della parola data, della verità, della vita e della dignità altrui, sono requisiti essenziali che questi “signori” dovrebbero possedere. Purtroppo ogni giorno essi perdono l’onore, senza vergognarsene!

sabato 9 dicembre 2006

Ribelli

Conoscenti, amici, parenti e le persone che generalmente vengono in contatto con me, mi definiscono bonariamente: una “ribelle”. Ma chi sono i ribelli? I ribelli che amo, sono uomini e donne animati dall’istintivo irrefrenabile bisogno di lottare contro un’esistenza privata del sogno di un mondo più libero e giusto, nel quale ogni essere umano possa vivere dignitosamente. Questa ribellione va praticata senza mai perdere la tenerezza e l’allegria del vivere. Sono a conoscenza che l’utopia è come l’orizzonte:
Cammino due passi, e si allontana di due passi.
Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi.
L’orizzonte è irraggiungibile.
A questo punto vi domanderete, allora, cosa serve l’utopia?
Serve per continuare a camminare. Alla mia non più verde età, sarebbe comodo rimanere seduta cinicamente ad osservare la vita, accontentandomi di credere che sia: “ Il migliore dei mondi possibili”. Invece Angela la ribelle sta…..CORRENDO per niente rassegnata.

giovedì 7 dicembre 2006


Grazie amici miei.

Oggi dedico il mio post a tutti Voi, che in questi due mesi mi avete allietata e aiutata in un momento non tanto rosa della mia vita.
Attraverso i vostri post o commenti, ho imparato veramente tanto e ho avuto la possibilità di confrontarmi con uomini e donne veramente speciali, sotto tutti i punti di vista.
Non pensavo che nella blogsfera viaggiassero sentimenti, pensieri e considerazioni così alti.  Da quando ho fatto la vostra conoscenza guardo le persone con occhi diversi, perché penso che tra i passanti ci potrebbe essere uno di voi. Devo ringraziare mia figlia, Missmeletta che ha reso tutto ciò possibile e mi ha introdotto in questo mondo, dal quale non riesco più a starne lontana.  Vi sono veramente grata e vi abbraccio calorosamente!
Angela.