Amo Genova e la sua luce
prima dell’imbrunire, quando ricopre di rosa per un lungo attimo le
facciate dei suoi antichi palazzi e d’argento le centinaia di tetti
d’ardesia, facendoli luccicare come scaglie di mare. Di questa luce è
stato estimatore Nietzesche, che abitò a lungo in Salita delle
Battistine, la mulattiera vicino a Villetta Di Negro. Poi il mio poeta,
Dino Campana che ha dimorato in Vico Vegetti, un vicolo vicino a Piazza
Sarzana. Questa luce è caratteristica delle città mediterranee che si
affacciano sul mare, ma quella di Genova è particolare. Nice la
considerava lo scenario ideale, giusto ed euforico della sua filosofia,
liberatrice dell’uomo dai vincoli delle religioni e dalle pesanti
eredità della storia.
Se capitate a Genova cercate questa luce! E’ sublime.
…..
La gran luce mediterranea
S’è fusa in pietra di cenere:
Per vichi antichi e profondi
Fragore di vita, gioia intensa e fugace:
Velario d’oro di felicità
E’ il cielo ove il sole ricchissimo
Lasciò le sue spoglie preziose
E la città comprende
E s’accende
E la fiamma titilla e assorbe
I resti magnificenti del sole,
E intesse un sudario d’oblio
Divino per gli uomini stanchi.
Perdute nel crepuscolo tonante
Ombre di viaggiatori
Vanno per la Superba
Terribili e grotteschi come i ciechi.
Terribili e grotteschi come i ciechi.
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( Da Genova, Canti Orfici 1914) DINO CAMPANA
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