A
Maggio avevo scritto un post nel quale raccontavo che Van Gogh, oltre
ad essere uno straordinario pittore, possedeva una profonda conoscenza
astronomica.
In
questi giorni ho letto con stupore che nel quadro intitolato: “Il
Dottor Gaschet”, Vincent riuscì a spiegare attraverso la sua arte, cosa
era la depressione, ben dieci anni prima di Freud.
Il
quadro ritrae il medico, che si era laureato con una tesi che trattava
questa malattia, in una posa simile ad un’opera grafica di Durer,
intitolata: la melanconia.
Se
osservate attentamente il dipinto, l’uomo ha i capelli rossi (come
l’artista), il suo volto triste è appoggiato su di un braccio piegato in
un atteggiamento tipico dello scoramento. Sulla fronte aggrottata, si
notano alcune rughe, mentre lo sguardo appare assente e perso nel
vuoto.Gli angoli della bocca che tendono verso il basso, fanno trapelare
il disgusto nei confronti della vita. Vicino a due libri (tomi sulla
malinconia) appoggiati su di un tavolo, il pittore ha dipinto una pianta
di digitale, con la quale a quei tempi si cercava di curare invano la
malattia.
Tutte
queste caratteristiche oggi sappiamo che sono chiari sintomi della
depressione, malattia subdola che se non è riconosciuta, sfocia in mille
altre patologie, rendento la quotidianità del malato invivibile.
Van
Gogh ha dipinto Gachet ma il quadro è chiaramente un autoritratto e la
depressione non curata sarà la causa che poterà il mio amato Vincent al
suicidio.
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