Il
dialetto genovese è caratterizzato da una simpatica cantilena e da una
parola con molti sinonimi, che viene usata come esclamazione o
intercalare e si lega bene al carattere essenziale dei liguri: scettici,
concreti, per nulla portati alla retorica, arguti e scabri.
“Belin è così universalmente noto ed usato, che vale la pena di curiosare sulla sua etimologia.
Pochi
sanno, che Beleno è il nome di un paesino alla spalle di Genova, tra
Manesseno e Sant’Olcese (si produce un ottimo salame), in cui sorgono i
ruderi di un’antica edicola, eretta in onore di San Michele. Nella
dedica, cancellata dal tempo, s’intravedono le parole….Deo Apollini
Baleno….
Il nome Beleno deriva dal termine Belano, che in celtico significa”Sole Brillante” ed era il Dio dei Liguri, della
fecondità e della procreazione.Era raffigurato da una testa di giovane,
circondata da capelli raggianti.Questa scultura spesso si trova
scolpita nelle chiese romaniche, sorte di solito su vestigia di templi
pagani.
Nel
paganesimo. il brillante Beleno, non era altro che il luminoso Apollo.
Entrambi si trasformeranno nel tempo in San Michele, l’arcangelo della
luce.
I druidi, sacerdoti dei celti, resero sacra la quercia per due motivi.
Con
i suoi frutti(balanofagi) producevano la farina per preparare il pane e
la ghianda, osservata attentamente, ricorda il membro maschile.
Il
dio Beleno è ancora presente tra i genovesi e le sue tracce si
ritrovano nelle tipiche esclamazioni: belin! belandi, belinata,
beliscimo.
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