Gli anni passano inesorabili, lasciando segni indelebili.
La
salute inizia a farsi desiderare, la vita è sempre più onerosa e la
pensione è un miraggio. Mi sento abbandonata da tutto e da tutti;
istituzioni, religione, partito, amici e da alcuni familiari. Abiuro i
miei ideali e le aspettative per un futuro migliore.Tutto è vano ed
aveva ragione Voltaire, quando asseriva che noi lasceremo questo mondo,
stupido e cattivo così come l’abbiamo trovato.
Se
non bastasse ciò, in questi giorni ho perso un altro punto di
riferimento. Mi stavo recando da Sandro, come sono solita fare quando
desidero lenire i miei dolori e le amarezze (sono una Morettiana
convinta) ed ho trovato la serranda del mio amato pasticciere,
definitivamente chiusa, dopo 70 anni d’onorata attività.
Dico
addio ai cannoli bruciati (sua specialità), riempiti con una crema
pasticcera divina, saluto i mitici tartufi, le variopinte torte alla
frutta e i raffinati petits choux, ma soprattutto la SACHER,che è
stata per me come carezze di una mamma affettuosa alla sua bambina. Ho
frequentato la bottega del poeta pasticciere, (un Ragueneau/Cirano) sin
dai primi anni della mia vita perchè i suoi dolci avevano il potere di
rallegrarmi.Credo che le più famose tragedie, furono scritte dai Greci e
da ShaKespeare perché nessuno di questi uomini poteva assaporare il
cioccolato, (apparso sulle nostre tavole solo nel 1500) e in particolare
il ripieno dei tartufi di Sandro.
Noto
che quest’angolo di Genova, ora è più tetro, e il ricordo del profumo
che si sprigionava da questa pasticceria, è diventato come il sapore
della Madeline di Proust.
Sono convinta che la mia esistenza senza il mio amico , sarà più amara.
Piano,
piano tutto finisce e anche quei momenti andranno perduti per
sempre nel tempo, come lacrime nella pioggia. (Blade Runner).
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