lunedì 24 settembre 2007

Vecchi diavoli

  
Simon Wiesenthal
In questi giorni ho letto una notizia a dir poco sconcertante.
Il fatto è accaduto in America e precisamente a Mesa, in Arizona.
Il signor Nathan Gasch, si reca a dare il benvenuto nel complesso residenziale per anziani al sig. Martin Hartmann.
Rendere visita ai nuovi arrivati è un obbligo di buon vicinato, ma quando lo sguardo di Nathan si posa su di una foto, esposta in sala che ritrae Martin in divisa da SS, ha sentito il numero tatuato sul suo braccio, bruciare come 60 anni fa.
L’ebreo polacco, sopravvissuto ad Auschwitz, rimane impietrito di fronte all’immagine di un suo ex carceriere, libero e vegeto, nonostante il mandato di cattura per crimini di guerra emesso dalla Germania. Il nazista nel 1955, chiese di entrare in America e nel 1961 quando ottenne la cittadinanza, dichiarò di non aver nulla da fare con il regime nazista.
Gasch esce dalla casa del vicino e si reca all’OASI, l’ufficio per le indagini speciali, creato nel 1979 per perseguire i criminali di guerra.
Il fatto più sconcertante è accaduto la settimana scorsa, quando le autorità americane hanno espulso Hartmann. L’uomo, con molta indifferenza ha dichiarato di essersi arruolato nelle SS come volontario e di non aver mai chiesto di essere sollevato dal suo incarico.
Questo “uomo” che ha raggiunto l’età di 88 anni e non prova nessun rimorso o pentimento per il suo comportamento, avvalora il pensiero di Simon Wiesenthal che asseriva che la colpa deve essere condannata sempre, altrimenti si legittima.
Chi pensa che un terzo Reich non sia più ripetibile, si sbaglia. L’odio può essere inculcato ovunque e l’idealismo può dappertutto trasformarsi in sadismo. L’odio unito al sadismo ed aiutato dalla tecnologia moderna, potrebbe scatenare l’inferno.
Per questo motivo ognuno di noi deve fare memoria e diventare un sismografo per fiutare il pericolo, riconoscerne e rilevarne i contorni.

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