giovedì 13 dicembre 2007

Omaggio a Bueno

           L'originale di Antonio Bueno    
Anni or sono, esortai il mio consorte a riprodurre (falso d’autore) uno dei celebri marinaretti di Antonio Bueno, che da allora rallegra una parete della mia casetta.
Quest’artista, con la sua pittura ha il potere di rilassarmi e di farmi fantasticare. Adoro la meticolosità del suo tratto, ordinato e sottile, il nitore e la precisione che traspare dalle sue tele.
 I volti che ha raffigurato (lavoratori, donne e bambini) sembrano non tradire alcun sentimento o pensiero. Sono assenti, attoniti e stupiti per l’assurdità della vita.  La pittura è semplice ed ermetica ma carica di mistero.  Osservando i suoi quadri, sempre di dimensioni contenute, a prima vista Bueno può apparire un pittore naif ma la sua pittura satura di significati e sottintesi lo rende un raffinato intellettuale. Fu un accanito lettore, enigmista, musicologo, cosmopolita, gran conversatore, amico di artisti e scrittori come Argan, Sanguineti, De Chirico, Praz, Quasimodo e Camus.
Visse con il fratello Xavier (anche lui pittore) una vita difficile e stentò ad affermarsi a causa delle sue idee anticonformiste e politiche (comunista).  Il successo le arrise alla fine della vita. Morì (1918-1984) per cirrosi epatica causata dal contatto dei colori che sfumava sulla tela direttamente con le dita.
Oggi com’è di consuetudine, seguendo il canone dei grandi pittori è riconosciuto e acclamato (post mortem) dalla critica, che ha fatto lievitare i prezzi dei suoi dipinti. Ammiro quest’uomo anche perché fu un attento conoscitore dell’universo femminile, dedicando molte sue opere al ruolo sociale che le donne conquistarono nel novecento.

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