Guidare
ed essere guidati è una necessità umana. Spesso, il nostro maestro è
estraneo alla famiglia. In questi giorni rileggendo dei passi della
Divina Commedia ho fatto alcune considerazioni. Dante nel suo cammino
dialoga continuamente con Virgilio, grazie al quale, riesce a
comunicarci le sue sensazioni con estrema immediatezza. Il Sommo è
sorretto dal “fido accompagnatore” con sagge parole di letteratura e di
poesia, oggi più che mai, unico baluardo di difesa in questo mondo di
brutalità e meschinità. Virgilio
è per Dante guida, madre e padre. Lo chiama ripetutamente figliuolo, lo
consiglia e lo esorta, lo rassicura quando ha paura abbracciandolo con
tenerezza senza vergogna.Ho
desiderato tanto una figura confortante al mio fianco, ma genitori
insensibili e distratti non sono stati in grado di ricoprire questo
ruolo. Per rendervi l’idea del mio disagio mi avvalgo di questo
paragone:Ad un maratoneta è imposto d’iniziare la sua gara cinque minuti dopo la partenza degli altri atleti. Fortunatamente all’esterno della famiglia ho trovato il faro a cui poter far riferimento nelle tante tempeste della mia vita.La sua luce si è spenta anni or sono, ma il suo pensiero è la mia compagnia e nei momenti di tristezza ricorro spesso a lui.
Era un uomo semplice, nato in Toscana, amante della lirica, della letteratura e un raffinato enigmista.
La
luce del suo faro mi ha impedito di naufragare tra i marosi e mi ha
trasmesso le giuste coordinate per diventare (spero di esserlo) una
buona guida per mia figlia.
Oggi i giovani hanno a disposizione tante fonti tecnologiche per la loro formazione, ma spesso non trovano il loro FARO!
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