Sabato ho fatto una capatina alla nuova Feltrinelli. Sapevo che non mi sarebbe piaciuta perché adoro le librerie piccole, gestite da un libraio appassionato del suo lavoro, con il quale mi piace disquisire su vari argomenti. Appena entrata mi sono sentita subito a disagio, nonostante ciò, ho provato a visionare i vari reparti. Il chiacchiericcio proveniente dal bar e la cacofonia del music-store mi hanno irritata. Giunta vicino allo scaffale dedicato alla storia contemporanea, il mio sguardo si è immediatamente focalizzato sulla letteratura dedicata all'Olocausto. I miei occhi non avrebbero mai voluto vedere i libri (Giuntina) della Millu e di Levi relegati praticamente per terra, mentre quelli dedicati al nazismo, promossi in prima visione.
Sono rimasta basita e sconcertata. Ho chiesto gentilmente al commesso del piano, chi aveva deciso quella collocazione e lui in modo sgarbato mi ha risposto che i libri erano esposti secondo una logica e una sequenza storica. Purtroppo sono a conoscenza delle leggi del MERCHANDISING, raffinata tecnica di promozione, atta a pilotare il comportamento d'acquisto, nel momento in cui il consumatore entra in contatto con il prodotto. Una delle regole auree di questa "scienza" é: esporre la merce rendendola maggiormente visibile ed accessibile. Il livello dello scaffale per tanto gioca sempre un ruolo fondamentale sull'acquisto d'impulso: i prodotti collocati in basso quindi .... sono considerati meno interessanti, rispetto a quelli esposti a livello degli occhi e delle mani dei consumatori. Per ottenere il diritto al meglio é risaputo che si devono pagare delle tangenti.
Altro che logica e sequenza storica! L'Olocausto é stato per l'ennesima volta calpestato.
Qualcuno potrebbe pensare che sono polemica, ma pochi metri più in là, altra sorpresa. Nello scaffale dedicato alle religioni, indovinate dove sono finiti i libri sull'ebraismo?
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