Mio padre, classe 1929, autista,bigliettaio ed infine usciere.
Mia suocero, classe 1922, con un tram particolare di colore grigio, controllava i binari e dopo la loro dismissione, è stato trasferito come operaio alla rimessa di Cornigliano.
Mia zia classe 1920, come bigliettaia.
Il mio sguardo si è posato sulla foto di Marietta, questo era il suo nomignolo nel lessico familiare e una grande nostalgia si è impadronita di me.
E' una foto tessera, molto nitida, in bianco e nero che il tempo ha trasformato in color seppia. Lei non si è mai ritenuta piacente, io la trovo....bella!. Aveva circa 23 anni e indossava molto probabilmente la divisa aziendale. Sotto la giacca, spunta una camicetta con un fiocchetto e sul cappellino tipo bustina, c'è cucita la sua matricola: n° 4376, sormontata dal simbolo argentato UITE. Il suo viso acqua e sapone, è incorniciato da ricciolini, non sorride e il suo sguardo è languido.
Questa foto mi ha incuriosito e ho deciso di rivolgermi ad AMT per chiedere il permesso di consultare il suo archivio storico. Ho fatto una richiesta, che è stata accolta e fissato un appuntamento. Ad accogliermi, con gentilezza, professionalità ed entusiasmo è stato il Signor Andrea Subbrero, responsabile dell'archivio. Su di una scrivania mi ha fatto trovare le cartelle riguardanti i miei cari e mentre le consultavo mi sono commossa.
Ma torniamo a mia zia.
Marietta fu assunta dalla UITE il 25/04/1943, per sostituire gli uomini richiamati al fronte durante la seconda guerra mondiale. Abbiamo vissuto tanti anni insieme e i racconti di quel periodo della sua vita, erano intensi e vividi. Trapelava la sua ansia, quando mi raccontava l'atto di staccare l'asta, lasciare il tram e raggiungere di corsa, il rifugio più vicino per evitare le bombe. Erano tempi terribili, mancava tutto e lei per un bisogno economico, ha messo da parte la paura e con coraggio non ha esitato a svolgere il suo lavoro, nonostante la pericolosità. Insieme a mia zia, l'azienda assunse una quarantina di donne, dal 1943 al 1946 ma al termine della guerra, furono tutte licenziate. Questo comportamento da parte dell'azienda non l'ho trovato etico, anche perché queste lavoratrici, spesso vedove, orfane o ragazze madri, dovevano essere gratificate e non licenziate.
In un'altra foto la zia è con una collega, forse tornavano a casa, terminato il turno di lavoro. Sono in Via xx Settembre, presso il Ponte Monumentale e in mano e sottobraccio hanno le borse che contenevano i biglietti da vendere sul tram. Questa bella foto ha immortalato un frammento di vita di tanti anni or sono, di persone che cercavano di vivere la loro quotidianità, nonostante la guerra.
Mentre consultavo i documenti di mia zia, allegato alla sua domanda di assunzione c'è un foglio che mi ha scioccata e porterò con me per farlo visionare ai ragazzi, il prossimo anno, quando mi recherò nelle scuole il 27 gennaio, giorno della memoria.
Il documento è datato 24/04/1943. Si chiedeva di barrare alcune caselle in caso di appartenenza da parte di madre o di padre alla religione ebraica. Pazzesco, lo sapevo che dopo le leggi razziali del 1938, gli ebrei non potevano svolgere la maggioranza delle professioni, ma tenere in mano quel documento originale, mi ha sconvolto. Nella sua domanda di assunzione c'è anche il nome della sua bimba, Appiano Graziella e vicino in rosso appare una data tremenda, quella della sua morte a soli due anni e mezzo. Marietta, aveva finalmente trovato un lavoro, che le avrebbe consentito di allevare dignitosamente la sua bimba ma il destino non glielo ha permesso. La zia si è portata quel dolore immenso fino alla sua morte.
Consultare l'archivio AMT è stato molto interessante ma anche motivo di commozione.
I documenti cartacei che ho visionato, hanno un gran fascino, specialmente come questi che sono molto vecchi, ingialliti, patinati dalla polvere, fragili e consunti ma solo attraverso di loro ho potuto scoprire la verità del tempo che li riguardano.
La Marietta!!! Che bella storia, anche se un po' triste! Su ognuno di loro tre si potrebbe scrivere un romanzo! Gli archivi sono sempre un luogo incantato, non per niente volevo farne il mestiere ;)
RispondiEliminaLa ringrazio di cuore per le belle parole che ha speso per l'Archivio Storico Uite.
RispondiEliminaLa storia della sua famiglia, personale e lavorativa, apre una pagina che riguarda la nostra città durante il periodo tremendo della guerra.
Avvenimenti che Lei ha potuto rileggere nei tanti dati conservati nelle pagine dei fogli matricolari dei dipendenti.
Mi auguro che mostrare nelle scuole fino a che punto ci si era spinti nello schedare le persone, resti un monito per il futuro.
A presto
Andrea
Andrea, lei è stato il mio angelo terreno perché con i documenti dell'archivio mi ha illuminato la vita.
RispondiEliminaGli archivi sono luoghi magici capaci di aprire vere e proprie finestre sulla storia. Occorre però la giusta sensibilità per approcciarsi a questi luoghi con l'obiettivo di impegnarsi in un'opera di recupero del passato che fornisca alle nuove generazioni la giusta chiave di lettura dell'oggi per un domani migliore. E allora grazie a chi con dedizione e passione si fa garante della nostra memoria tentando di lanciare un messaggio di speranza.
RispondiEliminaIl mio pensiero coincide con il tuo e ti ringrazio di avermi lasciato un commento a questo post che amo molto.
RispondiEliminaCiao a presto.
Angela
Bellaconlemarmotte non riesco a vedere il tuo blog.
RispondiEliminaMi dispiace ma devo aver commesso un errore mentre mi registravo per lasciare il commento.In realtà non ho un blog. Cari saluti.
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