Ci sono occhi che ti toccano manco fossero mani.
Gli occhi del mio consorte, di mia figlia, del mio adorato nipote e dei miei pazienti, quando mi chiedevano comprensione e aiuto. Quelli dei viaggiatori che incontro sulla cremagliera, sui treni e sull'autobus ma soprattutto dei viandanti. Sguardi intensi, tristi, imbarazzati o birichini, che hanno il potere del contatto. Non parlo solo di vedere ma di sentire. Qualche volta ho risposto a certi sguardi tristi o in preda al dolore, con un sorriso, sperando di rincuorare la persona. Oggi si tende a non incrociare più lo sguardo altrui ed è forse per questo, che il male sta dilagando. Diffido di chi mi parla e abbassa lo sguardo. Gli occhi sono il simbolo della luce e leggendo "Cecità" scritto da José Saramago, ho imparato molto.
Tutte le persone con cui entro in contatto mi dicono che si capisce immediatamente cosa penso perché:
PARLO CON GLI OCCHI.
Nessun commento:
Posta un commento