Come vi avevo preannunciato nel post precedente, ero alla ricerca del bosco sacro.
Ieri, finalmente grazie alla pulitura recente dei boschi e alle mie investigazioni, all'improvviso come potete vedere dalla foto ( io sono in alto), mi è apparso il cippo marmoreo, sul quale si può ancora leggere:
BOSCO SACRO DALMATICO- XXI giugno 1931.
Quel giorno sulle alture di Peralto (Righi), che dominano la città di Genova, furono piantati 21 pini marittimi, sui quali vennero affisse targhe di legno, con i nomi delle città adriatiche irredente.
La mia ricerca è stata lunga e faticosa, e il ritrovamento del Bosco Sacro con l'ara, mi ha reso felice. C'è anche un pochino di magia quando si arriva al successo attraverso la deduzione. al fatto storico e ai pochi indizi.
Non vorrei che questo mio interesse fosse scambiato per nostalgia di quel periodo storico ( che io aborro) ma trovo deplorevole cancellare o deturpare le vestigia del passato e delle civiltà precedenti. Il mio interesse è stato solo storico e dettato soprattutto dal desiderio di vedere con i miei occhi quello che gli anziani mi raccontavano da tanto tempo.
Questo è il link per vedere video istituto luce su Yuo tube
https://www.youtube.com/watch?v=L24qFihh9bg
Sono contento della tua felicità.
RispondiEliminaGrazie sei gentile, come sempre!
EliminaUn'esperienza che ha del fiabesco, quasi una caccia al tesoro storica :)
RispondiEliminaPerfetto hai capito il mio intento. Benvenuto.
EliminaI boschi sono "sacri" snche nel senso più laico del termine ovvero quello dei molteplici effetti positivi che determinano anche sugli esseri umani.
RispondiEliminaVedo che non avete messo la mente all'ammasso della demonizzazione "senza se e senza ma" di quel periodo e di tutto ciò ad esso attinente tanto di moda tra gli ebeti della sx.
Un'altra cosa che Vi distingue!
Il tuo commento è molto gradito. I boschi mi aiutano a vivere, abbraccio gli alberi per catturarne la forza. Sono convinta che chi ci ha preceduto nel bene e nel male ci ha permesso di essere come siamo. Serena domenica.
EliminaCondivido con te la gioia di essere lì e di andare al passato e rallegrarsi x la sorte che ti ha visto genovese e pronta a percepire il messaggio che gridano quei cippi
RispondiEliminaCOMPLIMENTI!
RispondiEliminaOvvio tu sia felice di aver trovato ciò che cercavi. È deplorevole lo stato di abbandono di una testimonianza di un passato anche non condivisibile. Sarebbe auspicabile almeno un cartello che spieghi ai passanti cosa rappresenta quel cippo.
Felice domenica, un abbraccio
enrico
un cippo estremamente povero come quello durerà fino a che natura lo vorrà.
RispondiEliminaBellissimo posto! Ed immagino la tua gioia per averlo trovato.
RispondiEliminaSpesso, quando cade un regime, poco importa di quale colore sia, vengono abbattuti simboli e statue che quei regimi hanno rappresentato. È il corso della storia, i cambiamenti che comportano tutto ciò. Ovviamente qualcosa resta ma le pietre che rimangono ( così come quelle che non ci sono più) non devono destare né paura né preoccupazione. Contano solo gli uomini che possono anche leggere in modo differente le pietre che appartengono ad un periodo storico lontano e diverso. La storia avanza e forse è proprio perché il mondo è cambiato rispetto ad allora che ognuno di noi può interpretare quei segni del tempo secondo la propria coscienza e secondo le proprie convinzioni.
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