sabato 24 febbraio 2007

Il mio destino

Anni or sono, in una bancarella del mercatino d’antiquariato della mia città, ho acquistato la “Domenica del Corriere” del 3/9/1952, anno della mia nascita.
La motivazione di quest’interesse era dovuto ad un articolo che avevo letto qualche anno prima. In esso era sottolineato che fra i tanti metodi di divinazione del futuro ve n’era uno curioso. Cercare la copia della Domenica del Corriere relativa la  settimana e l’anno della propria nascita ed osservare attentamente l’illustrazione della copertina. In essa, pare che vi siano chiari suggerimenti e previsioni sulla realizzazione del proprio destino. Attualmente la mia copia è incorniciata ed appesa in modo da poter essere sempre visibile. Come potete vedere io sono una superstite di un naufragio. Le interpretazione potrebbero essere diverse  ma la mia chiave di lettura è questa: Sono la superstite della mia generazione che da rivoluzionaria si è imborghesita. Nonostante ciò sono diventata una “splendida cinquantenne” proprio  perché da giovane gridavo cose giuste (Nanni Moretti)

Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo.....
Sono rimasta sola (Gino Paoli)

martedì 20 febbraio 2007

Dice il Saggio (2)

Foto scattata dalla Maratoneta.

Gli operai, durante le pause parlano di calcio.
I quadri, parlano di tennis.
I dirigenti parlano di golf.

MORALE:

Più sei in alto, più le palle sono piccole!

sabato 17 febbraio 2007

Granarolo

GRANAROLO
Prova andarci in Primavera
sferragliando in cremagliera...
svetta in alto Granarolo
là c'è il porto... là c'è il molo.
Cielo azzurro con il sole,
verde erba con le viole,
le ginestre sono aulenti,
suon d'elitre vien coi venti.
Laggiù le navi e le campane
nell'aree suonan lontane;
quassù tutto par che tace,
qui qualcuno vuole pace!
Sola e in alto sono lieta
meditar mi piace quieta
e mi fingo già nel nulla,
già nel tempo che mi culla.
Non più desio, nessuna voglia
varcherei di qui la soglia.
                                    Giuseppe Campanella

giovedì 15 febbraio 2007

Soluzione al quesito: La perfida suocera

La ragazza estrasse un sassolino, che naturalmente era nero.
Fingendo di farselo sfuggire dalle mani lo fece cadere nel viale in mezzo a tutti gli altri. La suocera esclamò:
" E ora? Non possiamo sapere quale sassolino hai estratto!"
La ragazza con molta calma ed un sorriso sulle labbra rispose:
" Che problema c'é? Basta guardare nel sacchetto: se ci sono nove sassolini neri significa che ho estratto quello bianco.

Questa storiella   Edwar De Bono (medico e psicologo) la includeva sempre nelle lezioni che teneva a Oxford e Cambrige per spiegare ai studenti i meccanismi del pensiero laterale. Egli è considerato la massima autorità nel campo del pensiero creativo che non solo insegna a pensare ma aiuta ad attivarne le tecniche per svilupparlo.

Pertanto Proclamo vincitrice del quiz la perspicace e dotata (del pensiero laterale)
                                        MAMMACHIOCCIA.
Sei stata veramente brava!

lunedì 12 febbraio 2007

La perfida suocera

Due ragazzi  si amano perdutamente e vogliono sposarsi.
La perfida suocera è disposta a tutto pur di mandare a monte il matrimonio.
La mamma del futuro sposo sottopose la fanciulla alle prove più difficili ma ella le superò tutte.
Alcuni giorni prima del matrimonio tutti i componenti della famiglia passeggiavano lungo un viale, ricoperto di sassolini bianchi e neri.
La suocera prese un sacchetto dalla sua borsa e disse alla futura nuora:
- Hai superato molte prove, ma ne manca ancora una: quella della fortuna. Non voglio che mio figlio sposi una ragazza sfortunata. Il tuo coefficiente di fortuna deve essere almeno del 90%. Ed ecco come lo verificherò: metterò in questo sacchetto nove sassolini neri e un sassolino bianco. Poi tu infilerai una mano nel sacchetto e ne estrarrai uno. Se sarà  bianco sposerai mio figlio, altrimenti dovrai sparire dalla sua vita. Accetti quest'ultima prova?-
”Sì rispose  la ragazza” con voce tremante.
La Perfida suocera  si chinò e raccolse dal viale 10 sassolini neri e li mise nel  sacchetto.
Solo la Fanciulla si accorse dell’inganno
La suocera esclamò, con un ghigno soddisfatto:
- Ora estrai un sassolino e vedremo quale sarà la tua sorte!
La nuora…..

Che cosa avreste fatto al posto della ragazza?
Voglio ricordarvi che esiste una soluzione logica.

mercoledì 7 febbraio 2007

Il mio lavoro

Sono passati alcuni mesi dal giorno che mia figlia mi ha regalato questa finestra da cui mi affaccio sempre con gioia ed interesse. Con molti di voi ho instaurato una bella amicizia, per cui desidero raccontarvi qualcosa di personale per conoscermi meglio. Oggi vi prendo per mano e vi conduco  nel mio mondo lavorativo. Sicuramente la parola audioprotesista vi suonerà strana, ma è questo il lavoro che svolgo da molti anni. Le persone  che si rivolgono a me, hanno problemi di ascolto. La sordità è un ostacolo difficile da superare in qualsiasi modalità ed entità essa si manifesti. In particolare può impedire lo sviluppo dei rapporti interpersonali, in quanto rende difficile la comprensione del linguaggio e in molti casi costituisce una barriera che isola le persone. Se l'ipoacusia insorge in età pre-verbale, il bambino non ancora padrone della lingua e non  in possesso dei requisiti per apprenderla, corre il rischio di diventare anche muto. Nel momento in cui, le persone (di tutte l'età) giungono alla conclusione di aver delle deficienze dell'apparato uditivo e si rivolge nel centro dove lavoro,la prima cosa che faccio è quella di rassicurarle. Ascolto le loro problematiche, raccolgo i dati anamnestici e controllo con l'otoscopio elettronico lo stato del condotto uditivo. Per concludere li sottopongo ad un esame audiometrico, attraverso il quale ho la possibilità di capire il grado della sordità e decidere il tipo di apparecchio acustico più adatto al caso. Bisogna usare tatto e discrezione per raggiungere risultati ottimali. Naturalmente prima che le persone possono indossare i loro apparecchi con disinvoltura, ci vuole un periodo di adattamento abbastanza lungo. Il momento più gratificante (per me) è quando si presentano ai controlli, perchè mi rendo conto che gli apparecchi acustici hanno praticato una magia! I loro visi non sono più tesi, lo sguardo è vivo e gli occhi non sono sgranati, sono calmi, ma soprattutto il sorriso è riapparso sulle loro labbra. Mi raccontano le gioie ritrovate: risentire le voci amate, riscoprire i soavi suoni della natura, assaporare la bellissima sensazione del soffio del loro respiro e finalmente la possibilità di capire gli altri e poter rispondere a tono. Per tutti questi motivi la sera quando ritorno a casa, sono soddisfatta perchè nel mio piccolo contribuisco a rendere felici tante persone. Probabilmente dovranno passare ancora molti  anni prima che la gente cominci a considerare l'apparecchio acustico altrettanto "normale" di un paio di occhiali o di lenti a contatto, ma prima o poi spero che ci si arriverà.

Spesso penso che se il mio amato Beethoven avesse potuto usufruire di questi ausili sicuramente non si sarebbe fermato alla nona sinfonia!

sabato 3 febbraio 2007

Le pietre

Un esperto in time manegement (amministrazione del tempo),tenendo un seminario ad un gruppo di studenti, per colpire nel segno, usò un quiz che rimase per sempre impresso nelle loro menti. Poggiò sulla cattedra un barattolo di vetro, tirò fuori da un sacchetto una decina di pietre, e con attenzione le infilò dentro il contenitore.Quando il barattolo fu riempito completamente, chiese alla classe:"Il barattolo è pieno?". Tutti risposero di sì. "Davvero?".
Si chinò sotto la cattedra e tirò fuori un secchiello di ghiaia.Versò la ghiaia agitando leggermente il barattolo, di modo che i sassolini scivolassero negli spazi tra le pietre. Chiese dinuovo."Adesso il barattolo è pieno?".
A questo punto, la classe aveva capito.
"Probabilmente no" rispose uno studente.
"Bene" replicò l'insegnante.
Si chinò e prese un secchiello di sabbia, la versò nel barattolo, riempiendo tutto lo spazio rimasto libero. "Il barattolo è pieno?".
"NO!" rispose in coro la classe. "Bene!" riprese l'insegnante.
 Tirata fuori una brocca d'acqua, la versò nel contenitore fino all'orlo. "Qual'è la morale della storia?". Una mano si levò all'istante "La morale è, non importa quanto fitta d'impegni sia la tua agenda, se lavori sodo, ci sarà sempre un buco per aggiungere qualcos' altro!".
"No, il punto non è questo".
 Questa dimostrazione insegna:
"Se non metti dentro prima le pietre, non ce le metterai mai."
Quali sono le "pietre" della tua vita? I tuoi figli, i tuoi cari, il tuo grado d'istruzione, i tuoi sogni, una giusta causa. Insegnare o investire nelle vite di altri, avere tempo per te stesso, la tua salute, la persona della tua vita. Ricorda di mettere queste "pietre" prima. Se ti esaurisci con le piccole cose (la ghiaia, la sabbia), allora riempirai la tua vita di cose minori di cui ti preuccuperai non dando mai veramente "qualità time" alle cose importanti (le pietre).

 Quando rifletterai su questa storiella, chiediti
"Quali sono
le pietre della mia vita?"
Metti nel barattolo prima quelle.