giovedì 21 maggio 2009

Preziosa Zietta

Trovo del tutto ragionevole la credenza celtica secondo la quale le anime di coloro che abbiamo perduti sono imprigionate in qualche essere inferiore, un animale. un vegetale,un oggetto inanimato, perdute davvero per noi fino al giorno,che per molti non arriva mai, nel quale ci troviamo a passare accanto all'albero o a entrare in possesso dell'oggetto che ne costituisce la prigione. Allora esse sussultano, ci chiamano, e non appena le abbiamo riconosciute, l'incantesimo si spezza. Liberate da noi, hanno vinto la morte, e tornano a vivere con noi.
                                                                                                                                                  Proust
         

Spero di ritrovarti mia preziosa zietta
!

fiore da te.                                      

lunedì 4 maggio 2009

DIVERSITA'

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Ieri, ho percorso con mio marito e i consuoceri, gli antichi sentieri che conducono in pellegrinaggio alla Madonna della Guardia, il più amato Santuario della devozione genovese. Questo percorso è stato abbandonato, poiché le persone preferiscono intraprendere il viaggio in auto o in corriera.
Durante l’intero cammino (15 km andata e ritorno) tra me e mio marito, non sono mancati i consueti duelli verbali, sulle questioni dottrinali del credere, che ci accompagnano da oltre quaranta anni.
Io sono atea razionalista ed ho scalato la montagna solo per assecondare la mia passione per la marcia e per immergermi in madre natura.
La mia metà, che invece crede e si definisce un cristiano in cammino, ricercava fini più edificanti.
Per anni lui ha provato a convertirmi mentre io ho lavorato per destare le sua ragione.
 Nonostante questa strana situazione, egli mi apprezza poiché in me ha trovato una prova tangibile che un atea può comportasi bene al pari di una credente. Riconosce e ammira la mia etica, atta al massimo rispetto per il prossimo senza preconcetti, dettati solo da vecchi testi sacri.
 In lui invece mi piace il suo continuo interrogarsi che gli permette di non fermarsi alla semplice religiosità del credente abitudinario.
Siamo diversi ma ci completiamo a vicenda e forse questo è il segreto della riuscita del nostro matrimonio.
Il bene, per noi, è una sfida quotidiana.