Quando ero piccola, a Genova era usanza recarsi al Santuario della Madonna della Guardia, per fare una gita e mangiare al sacco o per chiedere la protezione della Madonna.
Si chiama "della Guardia" perché sorge su di un monte (Figognia) considerato di vedetta, necessario per dare l'allarme quando i nemici arrivavano dal mare.
Naturalmente si doveva raggiungere il Santuario a piedi e non era per niente facile. Il fatto di arrivare nel grande piazzale e trovare i venditori di collane (reste-genovese) di noccioline (nisseue-genovese) mi rendeva il cammino meno faticoso.
Queste collane erano simbolo di fortuna per tutti e amore per le giovani coppie in procinto di sposarsi.
Io evidentemente sono stata esaudita perché sono felicemente sposata da 54 anni.
Naturalmente raggiunta la meta, si veniva accolti dal suono meraviglioso e potente delle campane, che si spandeva in tutta la valle. Preferivo che il tempo fosse bello per giocare in allegria con altri bimbi ma in questo luogo, quando cala la nebbia diventa tutto magico.
Martedì 29 agosto GRANDE FESTA della memoria dell’Apparizione,
Protagonisti di questa commemorazione sono, come sempre, i portatori dei grandi e pesantissimi "Cristi" delle confraternite genovesi.
la tradizione delle 'reste' si è persa, non saprei dire da quando, ma per fortuna a ricordarcela c'è ancora Caterina Campodonico nella sua eterna tenacia
RispondiEliminaTanti bei ricordi in questo tuo post.
RispondiEliminae pensare poi che allora le castagne erano il cibo dei poveri
RispondiEliminaSono belle tradizioni, peccato che in parte si siano perse. Mi hai fatto pensare alla fiera di San Rocco, dove da bambina andavo con mia nonna.
RispondiElimina"sono vecchia" stona un bel po' sai? Non ti ci vedo.. vedi di accompagnare tuo marito invece.. ;) un abbraccio!!
RispondiEliminaC'è una immagine di straordinaria bellezza.
RispondiEliminaQuale?
EliminaHai davvero un bel mondo dentro di te e mi piace stare a guardarlo quando ce lo mostri.
RispondiEliminaGrazie
C’è un filo di malinconia quando ci accorgiamo che qualche rituale di queste belle tradizioni è mutato nel tempo.
RispondiEliminaCiao cara Angela, un abbraccio
enrico
Arte povera: collana di nocciole.
RispondiEliminaC'era un anelito alla bellezza.
Lo vidi e lo vedo anche in alcuni ruderi, in Appennino, resti di.mura povere, ormai fagocitate dal bosco, dove c'erano semplici abbellimenti, che avevano molta grazia.
Buongiorno Angela Grazie delle foto di questo santuario che vi ho sentito parlare tanto ma ha mai ragione le nocciole sono la nuova ricchezza di tutti gli italiani intraprendenti nel mondo agricolo c'è un'intera generazione che trasforma gli Oliveti e noccioleti Mi dispiace che la tua fede e sia in crisi è una grande energia Recuperala
RispondiEliminaCi sono luoghi che stimolano la memoria, la riflessione e la nostalgia per un mondo che ha fatto parte della nostra esistenza e che, per forza di cose, scompare. La vita spesso ci porta a perdere la fede. A volte ci aggrappiamo ad essa e ad essa leghiamo la nostra speranza. Come diceva Blaise Pascal "la fede è una scommessa" . A noi decidere se vale o meno la pena praticarla. Non è una scelta facile perché il dubbio ci accompagna ad ogni passo.
RispondiEliminaSono molto belli questi tuoi ricordi. Ho visto gli stessi crocifissi delle tue foto quest'anno ad Alassio, in processione. Si festeggiava Sant'Anna.
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