Ero una ragazzina fragile perché mia madre, purtroppo non sapeva amare ed ho impiegato tanto tempo per capire che non ne avevo nessuna colpa. Il problema era solo suo. I vari personaggi che vivevano nel palazzo, pensavano che io fossi una nullità ma non sapevano che amavo leggere e studiare. L'unica persona che mi aveva capita è stata la prima donna critica cinematografica italiana: Gugliemina Setti, per me la Gu, con la quale avevo stretto una grande amicizia. Tutti gli abitanti di quel lussuoso palazzo, la consideravano una donna strana, solo perché era all'avanguardia. Era alta, magra con occhi cerulei, vegetariana e amante degli animali. La sua presenza nella mia vita mi dava coraggio e speranza nel futuro. Con lei ho potuto visionare tanti film, che riteneva adatti a me, al cinema Palazzo, oggi Sivori e discutere in libertà qualunque argomento. Frequentavo la terza ragioneria (1967) e la professoressa di italiano ci comunicò che dovevamo leggere un libro a piacere e farne una relazione. Corsi da lei e mi disse: Tutti i tuoi compagni sceglieranno titoli conosciuti, noi prepariamo la recensione di un libro che dovrà stupire la tua insegnante. Si diresse verso le librerie e tirò fuori : Il ragazzo sul delfino, di David Divine, dal quale era stato tratto anche un film. Fedra è una pescatrice di spugne nei caldi mari della Grecia. Durante un' immersione trova un reperto archeologico (polena) appartenente ad un vascello, che raffigura un ragazzo a cavallo di un delfino. Persone senza scrupoli, sono subito pronte a trafugarlo ma lei si oppone con tutte le sue forze. Preparammo l'elaborato, lo lessi e rilessi e finalmente giunse il giorno dell'interrogazione. L'insegnante mi chiamò e mi chiese che libro avevo scelto. Pronunciai il titolo, i compagni intonarono un brusio e lei rimase a bocca aperta. Iniziai la mia discussione al termine della quale, la professoressa con aria sognante mi disse: Brava, hai svolto un ottimo e particolare lavoro di questo libro, che ti confesso, non conoscevo.
Devo molto alla Gu con la quale sono rimasta in contatto fino alla sua morte. Se non mi sono persa lo devo a lei, ai suoi consigli e alla sua complicità e spesso nei momenti di difficoltà mi conforta il suo ricordo.
Ognuno di noi ha sicuramente incontrato una persona amica che ci ha sollevato in alto.
RispondiEliminaSenza un incontro si precipita in basso.
La tua è una storia magnifica, magnifica come sei nella foto del compleanno.
Un abbraccio.
Ti ringrazio per le belle parole che mi hai dedicato.
EliminaSono io, mi ha postato come anonimo
EliminaChe bel ricordo ..
RispondiEliminaÈ la mia vita!
Eliminaper fortuna che ancor oggi esistono sempre delle brave persone
RispondiEliminaSono fari che ti illuminano la vita e te la rendono meno amara.
EliminaQuanto ho amato L'eleganza del riccio.. e la tua storia è davvero singolare e con tante splendide affinità.. sono memorie che non ti abbandoneranno mai le tue, e che hanno contribuito a fare di te la bellissima persona che sei!
RispondiEliminaGrazie, Franco per il tuo bellissimo e sentito commento. L'eleganza del riccio per me è la mia immagine riflessa in uno specchio.
EliminaOttimi ricordi.
RispondiEliminaSereno giorno.
Ammetto forse perchè molto reclamizzato non l'ho letto nè ho visto i film. Leggendo il tuo post probabilmente invece merita.
RispondiEliminaPenso che ne valga la pena!
EliminaIl film grossa delusione per me, ma il libro è davvero splendido!
EliminaE' proprio così!
EliminaCarissima Valeria come stai? mi farebbe piacere avere tue notizie
RispondiEliminaSono io Angela mi ha postato come anonimo
RispondiEliminaNon si riesce ad entrare nel tuo blog. Mi dice che lo possono fare solo il team
RispondiEliminaA volte la vita ci regala doni preziosissimi
RispondiEliminaChe poi sono persone che vivono vicino a noi
Tieni duro, Valeria, mai arrendersi
RispondiEliminaAnche mia madre è una donna impegnativa, lo è anche oggi che mi prendo cura di lei che è disabile, dopo che mi sono dovuta occupare pure di sua madre per tre anni.
RispondiEliminaSei stata fortunata ad avere incontrato quella donna straordinaria e comunque ad aver visto tu stessa, nell'istruzione, un veicolo di emancipazione.
Hai ragione la Gu per me è stata un faro.
Elimina