La violetta non è appariscente, tende quasi a nascondere tra le erbe, la sua bellezza e il suo inebriante profumo. E' il vero simbolo del pudore, della modestia e della timidezza. Cresce restando bassa ed è l'immagine dell'umiltà e della delicatezza. Qualche viola pressata tra le pagine dei miei libri, sembra arricchirli e renderli più preziosi. Il suo colore invita all'introspezione e ad una gentile disposizione d'animo. La leggenda narra che San Valentino, scrisse le sue lettere d'amore, con un inchiostro ricavato dalle violette. Regalarne un mazzolino ad una donna, significa rivelare il proprio timido amore.
Due settimane fa mi sono recata a Palazzo Ducale, per visionare l'interessante mostra della pittrice impressionista: Berthe Morisot.
Eduard Manet, per dichiararsi alla Morisot, dipinse e le donò un piccolo quadro, che raffigura delle viole. Fu una disperata dichiarazione d'amore e un addio perché la pittrice sposò... suo fratello.
anche a me piacciono le violette, in particolar modo quelle candite di Romanengo
RispondiEliminaPovero Manet!! Mi sarei fatto ridare il quadro.. qui a Roma di violette giusto qualcuna selvatica, che emerge in rari metri quadri di terra usurpata all'asfalto..
RispondiEliminacondivido l'apprezzamento per l'umile bellezza delle violette. Leggo che hai visitato la mostra della Morisot a Genova e mi meraviglio che nelle stesse date alla GAM di Torino espongono una cinquantina di opere della stessa pittrice. Pensa che mostra stupenda sarebbe stata se le due città avessero fuso gli sforzi per organizzare una mostra itinerante tra Genova e Torino con il doppio delle opere a disposizione dei visitatori.
RispondiEliminamassimolegnani