mercoledì 7 dicembre 2022

Gunter Demnig


Amo questa foto, che ritrae Gunter Demnig mentre incastona sul selciato di un marciapiede, una delle sue 80.000 pietre d'inciampo, presenti in quasi tutte le città europee. Oggi Gunter ha 75 anni ma la storia che desidero raccontarvi, è accaduta quando ne aveva 45. Tutto ebbe inizio a Colonia, nel 1992. Questo artista, decise di partecipare ad una commemorazione, in memoria dei cittadini deportati e uccisi nei campi di sterminio nazisti. Durante la cerimonia, una donna iniziò a urlare, asserendo che la deportazione delle 1000 persone (Ebrei, Sinti, e Rom) avvenuta nel 1940, era una falsità.
Gunter rimase scioccato e mentre si dirigeva verso il suo laboratorio, pensò in che modo poteva combattere il negazionismo.
Prese dei blocchi di pietra quadrati, tipo i san pietrini (10x10) li ricoprì con una lastra di ottone lucente, sulla quale decise di incidere:

Nome cognome
Data di nascita
Il giorno e il luogo della deportazione
Il luogo e data dello sterminio dei deportati.

Nacquero le pietre d'inciampo, che non desiderano far cadere nessuno perché l'inciampo deve essere visivo.
Quando se ne scorge una, si dovrebbe fermare il cammino, leggere attentamente, riflettere e riprendere il passo con il desiderio di approfondire per capire e non dimenticare.
Nella foto Gunter s'inginocchia per posizionare la nuova pietra, che di solito  viene collocata vicino alla casa dove viveva la persona o nel luogo dove è stata arrestata.
Lui alza lo sguardo verso l'alto e con questo gesto immenso, riporta a casa la persona, a cui oltre la vita è stata negata anche la dignità.
Sì è ispirato a delle parole presenti nel Talmud:
"Una persona viene definitivamente dimenticata, quando nessuno pronuncia più il suo nome."
In Italia le pietre d'inciampo sono più di 1344. Le più numerose si trovano a Roma, Milano e Torino.
A Genova ne sono state incastonate 16.



Questa pietra , ricorda il rabbino capo della Sinagoga di Genova, Riccardo Pacifici, arrestato e ucciso con tutta la sua famiglia ad Auschwitz.
E' posizionata all'entrata della  Galleria Mazzini, vicino al Teatro Carlo Felice.


14 commenti:

  1. Una nobile iniziativa.
    Ciao Angela.

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  2. Giusto Angela il loro nome si perde nella memoria come quello che hanno fatto
    Ti confesso il 4 novembre vado alla lapide vicino alla mia chiesetta che riporta i nomi dei caduti della mia borgata, caduti nella prima e seconda guerra mondiale e li lego a voce alta.

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  3. non conoscevo l'origine di questa interessante iniziativa
    ne ho viste alcune in giro in centro

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    1. A Genova ne hanno messe 16. Via Roma, Corso Montegrappa, vicino alla Sinagoga ecc.

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  4. Gunter Demnig lo puoi vedere in questo mio post QUI.

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    1. Grazie sei stato molto gentile e come ho potuto leggere sensibile a questa meravigliosa storia.

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  5. Il negazionismo assume varie forme: una, banale, è quella di credere che la Shoah non fosse mai esistita.
    C'è n'è una più semicolta e subdola,che va di moda a sinistra, che è quella di inculcare come colpa degli sconfitti, j nazifasci, ciò che, invece, era il metodo industriale del tempo.
    Vi spostate di qualche chilometro a oriente, ad esempio in Ucraina, e ci sarebbero migliaia di pietre di inciampo per la carestia, causata dai comunisti (russi ed ebrei, prima di Stalin) che fece milioni di morti.
    Dopo il collasso del Terzo Reich ancora Morgenthau, ebreo, pianificò un piano di carestia da applicare alla Germania sconfitta che avrebbe causato una drastica riduzione (milioni si morti) dei tedeschi: non fu attuato solo perché parte dei vertici degli SUA temevano che la Germania passasse al comunismo.

    Ci vorrebbero intere cave di pietra e fonderie di ottone per le pietre di inciampo rimosse dal pensiero unico progressista.

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