giovedì 3 maggio 2007

Il mio faro


Guidare ed essere guidati è una necessità umana. Spesso, il nostro maestro è estraneo alla famiglia. In questi giorni rileggendo dei passi della Divina Commedia ho fatto alcune considerazioni. Dante nel suo cammino dialoga continuamente con Virgilio, grazie al quale, riesce a comunicarci le sue sensazioni con estrema immediatezza. Il Sommo è sorretto dal “fido accompagnatore” con sagge parole di letteratura e di poesia, oggi più che mai, unico baluardo di difesa in questo mondo di brutalità e meschinità. Virgilio è per Dante guida, madre e padre. Lo chiama ripetutamente figliuolo, lo consiglia e lo esorta, lo rassicura quando ha paura abbracciandolo con tenerezza senza vergogna.Ho desiderato tanto una figura confortante al mio fianco, ma genitori insensibili e distratti non sono stati in grado di ricoprire questo ruolo. Per rendervi l’idea del mio disagio mi avvalgo di questo paragone:Ad un maratoneta è imposto d’iniziare la sua gara cinque minuti dopo la partenza degli altri atleti. Fortunatamente all’esterno della famiglia ho trovato il faro a cui poter far riferimento nelle tante tempeste della mia vita.La sua luce si è spenta anni or sono, ma il suo pensiero è la mia compagnia e nei momenti di tristezza ricorro spesso a lui.
Era un uomo semplice, nato in Toscana, amante della lirica, della letteratura e un raffinato enigmista.
La luce del suo faro mi ha impedito di naufragare tra i marosi e mi ha trasmesso le giuste coordinate per diventare (spero di esserlo) una buona guida per mia figlia.
Oggi i giovani hanno a disposizione tante fonti tecnologiche per la loro formazione, ma spesso non trovano il loro FARO!

Nessun commento:

Posta un commento